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Paola Egonu è lacerata: “Mi chiedo perché in azzurro io debba rappresentare persone del genere”

Paola Egonu fa capire chi è che l’ha portata ad avere uno sfogo così accorato dopo aver vinto la medaglia di bronzo ai Mondiali di pallavolo con l’Italia: “Io ci metto l’anima e il cuore, suonava l’inno e piangevo”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il fuoco che covava sotto la cenere dopo la sconfitta dell'Italia nella semifinale dei Mondiali femminili di pallavolo è divampato in maniera clamorosa al termine della finale per il terzo posto, vinta dalle ragazze di Mazzanti sugli Stati Uniti per tre set a zero. Una medaglia di bronzo pesante, di quelle che dovrebbero far solo gioire, ed invece siamo qua a commentare una pagina sofferta dello sport italiano, perché sentire quelle parole da parte di una ragazza di 23 anni che in questi anni ha dato tutto per i colori azzurri fa male, molto male.

Con in campo Paola Egonu, l'implacabile martello che tutto il mondo ci invidia, l'Italia ha vinto i campionati Europei dell'anno scorso, la Nations League tre mesi fa e il bronzo mondiale adesso, fallendo le Olimpiadi di Tokyo. Lo sfogo di ieri catturato a caldo dalle telecamere spiega quanto la pressione abbia divorato il cuore fragile di questa ragazza veneta e come parole e comportamenti indegni possano rendere le sue ferite lancinanti. Quando si vince va tutto bene, ma quando l'Italia perde è la Egonu a perdere per gli haters che la prendono come bersaglio, usando espressioni che lo sfogo rivolto al suo procuratore a bordo campo fa intuire di che genere siano. Odiosamente razzista.

"Non puoi capire, non puoi capire. Sono stanca. Mi hanno chiesto anche se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale", ha mormorato in lacrime Paola. Una esondazione di sentimenti che la Egonu ha poi parzialmente corretto, spiegando che la sua è solo una pausa per ricaricare le batterie, prima di tornare auspicabilmente l'anno prossimo – forse con un nuovo Ct al posto del traballante Mazzanti – a vestire la maglia azzurra. "La prossima estate si vedrà, spero di ripensarci perché abbiamo ancora tanto da fare con questa Nazionale. A gennaio vi farò sapere", dice nel dopo partita.

Paola Egonu dopo la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali con l'Italia
Paola Egonu dopo la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali con l'Italia

Poi chiarisce ancora meglio a chi erano dirette le sue parole: "Mi fa ridere pensare a persone che mi hanno chiesto perché sono italiana, mi chiedo perché con la maglia della Nazionale debba rappresentare persone del genere che mi scrivono queste cose – dice a Repubblica – Io ci metto l'anima e il cuore, non manco mai di rispetto a nessuno e fa male".

Paola è stanca – fisicamente ma soprattutto mentalmente – dopo non aver praticamente mai staccato la spina neanche in estate, adesso per lei c'è subito la nuova avventura in Turchia con la maglia del VakıfBank di Istanbul: "Per questo vorrei prendermi una pausa per riposare. Mi farebbe piacere che non fosse un addio, spero che venga capito. Non sarebbe una forma di mancanza di rispetto, ma un modo per prendermi una pausa per me stessa e tornare a dare il meglio in campo. C'è chi dice che non merito la Nazionale invece il mio sogno è essere sul podio con questa squadra".

La schiacciatrice azzurra è nata a Cittadella 23 anni fa
La schiacciatrice azzurra è nata a Cittadella 23 anni fa

Le parole della schiacciatrice di Cittadella arrivano dritte al cuore come lame: "Io un simbolo? Ma quando questo simbolo non va bene è il primo che viene attaccato. Sono una persona umana che ha bisogno ogni tanto di riprendersi mentalmente, perché è dura. Non è stato semplice scendere in campo, suonava l'inno e piangevo, per il dolore ma anche per quanto sono ferita. È qualcosa che non si può condividere, solo noi quattordici sappiamo quanto abbiamo dato in campo, il resto del mondo non lo saprà mai".

Negli scorsi giorni si era detto di uno spogliatoio spaccato ("non ci nascondiamo dietro un dito, è da sempre che ci sono state delle problematiche. Vanno superate col buonsenso, ma soprattutto vanno migliorate col dialogo, ci vuole tanta pazienza", ha detto ieri il presidente federale Manfredi), di uno status di intoccabile della Egonu che non avrebbe fatto felici tutte, ma Paola non fa assolutamente cenno a qualcosa di simile, anzi tutt'altro: "Sono molto fiera perché ci sono le mie compagne, senza di loro non sarei nessuno. Sono grata di avere loro, che mi supportano e capiscono che una così giovane, una bimba, può avere dei miei momenti in cui va giù".

L'orgoglio della campionessa è sempre lì, quando le chiedono se si sarebbe dovuto cambiare qualcosa nella spedizione azzurra ai Mondiali: "Assolutamente niente – risponde – Sono fiera del gruppo e sono fiera di me stessa, di come abbiamo dato il 100%. Anche se non è andata. Se sogno le Olimpiadi di Parigi del 2024? Assolutamente no. Sogno di tornare a casa e passare il tempo con le persone a me care". La notte porta pensieri bui, c'è bisogno di casa, famiglia, amore. Il resto tornerà, i colori azzurri hanno bisogno di Paola Egonu: un'eccellenza italiana.

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