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“Mi hanno fatto veramente di tutto”: l’amarezza di Giampiero Galeazzi nell’ultima intervista

Giampiero Galeazzi non c’è più, ma le sue telecronache rimarranno per sempre: una voce calda e potente al servizio della competenza sportiva. Nell’ultima intervista confessava la grande amarezza di fine carriera.
A cura di Paolo Fiorenza
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È difficile trovare chi non volesse bene a Giampiero Galeazzi ed infatti la notizia della sua scomparsa a 75 anni ha suscitato una marea di messaggi sinceramente commossi provenienti dal mondo dello sport e dello spettacolo. Bisteccone era popolare davvero, laddove spesso si abusa del termine: non solo perché le sue telecronache erano diventate un marchio di fabbrica tramandato su Youtube per i più giovani, ma anche per i toni, le espressioni, la passione che sgorgavano dalla sua voce calda e potente, per quella inflessione romana che era tutt'uno col suo volto bonario.

Un trascinatore al microfono, dote quest'ultima che lo aveva fatto diventare poi uno show man televisivo con la partecipazione a Domenica In. Ma dietro voce e presenza scenica c'era una grande competenza in materia di sport, alimentata dall'essere stato lui stesso uno sportivo: Galeazzi era stato campione italiano nel canottaggio nel singolo e nel doppio a fine anni '60. E proprio al canottaggio sono legate due grandi delusioni della sua vita, una da atleta, l'altra da giornalista a fine carriera, confessate nella sua ultima intervista al Corriere dello Sport dello scorso agosto.

Nel 1968 non scese in acqua alle Olimpiadi di Città del Messico, venendo selezionato solo come riserva: "Amo lo sport e lo odio per questo motivo. È stata la più grande delusione della mia vita. Meritavo di essere titolare. Oggi mi brucia più di prima. Se ci penso divento idrofobo. Una delle più grandi ingiustizie sportive di sempre. Fosse stato oggi sarei andato in automatico e m’avrebbero portato le valigie. C’era un discorso politico sotto, il rapporto tra società e Coni. Se fossi stato dell’Aniene sarei andato con la tromba".

Il canottaggio, grande amore della sua vita e fonte di sofferenza ancora poco tempo fa: "Mamma Rai ti dà e ti leva. Io sono stato fortunato perché a un certo punto ero come Baudo e Martellini messi insieme. Spettacolo e sport. Ho spinto troppo. Dovevo fermarmi prima e pensare un po’ alla carriera. Se ho suscitato invidia? M’hanno fatto veramente di tutto". Quel ‘di tutto' prende corpo più precisamente quando gli si chiede quale sia stata la cosa più difficile da sopportare: "M’hanno tolto il canottaggio due anni prima di andare in pensione. Un dispiacere enorme. Diceva Lello Bersani: tutto è permesso in Rai fuor che il successo. Ho pagato questo. Andavo tra la gente e sembravo l’apostolo. Sempre dritto come un treno, mai fregato niente dei detrattori. Trovo solo ingiusto che alcuni devono andare in pensione a una certa età e altri invece…".

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