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Laura Dahlmeier giaceva esanime sul Karakorum: i soccorsi disperati via terra, gli elicotteri fermi

L’ex campionessa di biathlon tedesca Laura Dahlmeier, diventata un’alpinista di alto livello dopo il ritiro, è stata ritrovata morta dai soccorritori dopo essere stata travolta da una frana. Giaceva esanime sul Laila Peak, una delle montagne più difficili da scalare del massiccio del Karakorum, in Pakistan.
A cura di Paolo Fiorenza
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"Laura la seguivo da quando era una biathleta e so che è diventata un'alpinista eccellente. Ma il Laila Peak è una montagna molto ripida, difficile da scalare. La vetta incute timore, in alcune sezioni le valanghe sono sempre possibili, evitarle è molto difficile e le possibilità di salvarsi sono sempre molto basse": le parole pronunciate qualche ora prima da Reinhold Messner a una TV austriaca lasciavano presagire la tragica fine di Laura Dahlmeier. La 31enne tedesca ex campionessa di biathlon è morta dopo essere stata travolta lunedì da una frana sul Laila Peak, una delle montagne più severe del massiccio del Karakorum, in Pakistan.

I soccorsi erano ripresi mercoledì mattina, via terra poiché gli elicotteri non potevano intervenire nella zona, dopo che ieri il corpo della donna era stato individuato dall'alto "senza segni di vita", il che aveva portato a dire che fosse "almeno gravemente ferita". Oggi poi la tragica notizia della morte che ha sconvolto il mondo dello sport.

Laura Dahlmeier dopo aver smesso col biathlon è diventata un’alpinista di alto livello
Laura Dahlmeier dopo aver smesso col biathlon è diventata un’alpinista di alto livello

Laura Dahlmeier esanime sul Laila Peak: avvistata dall'alto dopo essere stata travolta da una frana

Laura giaceva immobile al gelo, è lì che è stata ritrovata senza vita dai soccorritori. Il Laila Peak, con i suoi 6096 metri, non è una delle vette più alte del Karakorum, che vanta 4 dei 14 ‘ottomila' esistenti sulla Terra, in primis il K2, ma è una montagna difficilissima da ascendere: la sua caratteristica distintiva – che si coglie anche a grandissima distanza – è la forma di una lancia dritta verso il cielo.

Il suo versante nord-occidentale presenta una pendenza impegnativa di 45 gradi, con un dislivello di oltre 1500 metri: sono stati davvero pochi – se rapportati ad altre cime ben più alte, anche del vicino Himalaya – gli scalatori che sono riusciti ad arrivare in cima (qui sotto un video che fa capire bene la bellezza ma anche la difficoltà del Laila Peak).

L'ex campionessa tedesca di biathlon "non dava segni di vita"

Completamente rapita dall'alpinismo, che era la sua nuova passione di vita, la Dahlmeier aveva voluto abbracciare la sfida del Laila Peak assieme a una compagna di scalata, che a differenza sua è riuscita a tornare indietro grazie soltanto a una sorte migliore. La frana che ha travolto Laura si è verificata lunedì a mezzogiorno, ha riferito il giorno dopo il suo entourage pubblicando un comunicato su Instagram che ha fornito ulteriori drammatici dettagli. La sua compagna ha "immediatamente lanciato una richiesta di soccorso e sono state avviate le operazioni di soccorso".

Tuttavia, a causa della lontananza della zona dell'incidente, posta a un'altitudine di circa 5700 metri, un elicottero di soccorso è stato in grado di sorvolare il luogo solo martedì 29 luglio, senza riuscire a raggiungere la giovane donna. In quell'occasione, i soccorritori hanno constatato che Laura Dahlmeier era "almeno gravemente ferita", visto che "non dava segni di vita", come indicato nella nota.

Soccorsi difficilissimi, elicotteri impossibilitati a intervenire: in azione una squadra via terra

Il terribile dramma della ragazza nata in Baviera è stato acuito dalla difficoltà dei soccorsi. A causa delle "condizioni estremamente difficili a tale altitudine", "un salvataggio in elicottero è stato escluso", aveva dichiarato un alto funzionario locale pakistano, Areeb Ahmed Mukhtar. Aveva aggiunto che l'operazione di soccorso per raggiungere il luogo dove si trovava la Dahlmeier sarebbe stata poi "avviata mercoledì 30 luglio via terra, da una squadra internazionale di alpinisti". La squadra, entrata in azione nella mattinata di oggi, era composta da tre americani e un tedesco. Alle loro capacità provette erano affidate le residue speranze di salvezza per Laura. Nelle prime ore avevano fatto pochi progressi nella ricerca della Dahlmeier, a causa del vento molto forte e della scarsa visibilità sulla montagna. Infine la conclusione tragica della missione.

Come sanno bene gli alpinisti, essere molto bravi non basta a volte per tornare indietro. "La natura può essere molto dura ed è così potente che noi umani dobbiamo sempre accettare una parte di rischio quando ci avventuriamo a questi livelli di alpinismo", aveva concluso l'80enne Messner, con tutta la saggezza e l'esperienza di una vita dedicata a scalare montagne.

Nelle ultime ore si erano moltiplicati sui social i messaggi di preghiera per la Dahlmeier. "Tutti i miei pensieri sono solo per te, Laura", aveva scritto un'altra ex biathleta tedesca, la 38enne Magdalena Neuner. Chiudere gli occhi e immaginare Laura tutta sola lì a un passo dal cielo fa davvero male.

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