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Lara Lugli, licenziata perché incinta, vince la sua battaglia: il Pordenone ritira la citazione

La questione tra la pallavolista Lara Lugli, che non ha ricevuto gli emolumenti dalla società dopo la rescissione del contratto per una gravidanza, e il suo ex club, non andrà quindi in Tribunale: l’udienza era prevista per il 18 maggio. Grande entusiasmo per l’atleta che ha dichiarato: “È una grande vittoria per tutti”
A cura di Marco Beltrami
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Tutto è bene quello che finisce bene. Il caso di Lara Lugli si è risolto nel migliore dei modi. Aveva fatto molto discutere la denuncia della pallavolista che aveva raccontato di come la sua ex società il Volley Pordenone, l'avesse liquidata dopo la comunicazione della sua gravidanza, con tanto di battaglia sugli stipendi. Il club friulano ha ritirato la citazione nei confronti della Lugli, ottemperando a tutti gli obblighi nei confronti della propria ex tesserata.

Titoli di coda sul caso Lara Lugli che aveva smosso le coscienze, spingendo numerose atlete a schierarsi a favore della pallavolista e dei suoi diritti. La questione tra l'ex giocatrice che non aveva ricevuto gli emolumenti dalla società dopo la rescissione del contratto per una gravidanza, e il suo ex club, però non andrà a finire in Tribunale dove l'udienza era prevista per il 18 maggio. Il Volley Pordenone, come annunciato dall'associazione nazionale delle atlete ha deciso di fare un passo indietro, ritirando la citazione e ottemperando ad ogni obbligo nei confronti della Lugli.

Quest'ultima che nelle scorse settimane aveva ricevuto una pioggia di manifestazioni di solidarietà da colleghe  e non, ha commentato la notizia con grande entusiasmo: "È una grande vittoria per tutti ed era molto importante che questa causa non entrasse nemmeno in un Tribunale a dimostrazione della sua infondatezza. È un forte segnale per tutte le donne non solo atlete che si trovano a dover affrontare queste situazioni assurde. Voglio ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco, in particolare il mio legale Bonifacio Giudice Andrea, il mio agente Stefano Franchini, Assist e Aip, perchè il loro sostegno è stato per me fondamentale".

Anche il numero uno della Federazione Italiana Volley Giuseppe Manfredi, si è dimostrato soddisfatto per la positiva conclusione della querelle: "È  assolutamente inaccettabile considerare la maternità quale giusta causa di risoluzione contrattuale imputabile a una futura mamma. Posso inoltre anticipare che nel prossimo Consiglio federale sarà proposta la costituzione di una Commissione Pari opportunità, finalizzata in primo luogo, al monitoraggio, la promozione e il sostegno dei diritti delle atlete". 

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