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Olimpiadi Tokyo 2020

La forza di Paltrinieri: ha battuto la mononucleosi, alle Olimpiadi vuole l’oro nel nuoto

La mononucleosi contratta un mese ha messo a rischio la partecipazione di Gregorio Paltrinieri alle Olimpiadi di Tokyo. Il campione azzurro, oro nei 1500 stile libero a Rio 2016, è guarito e pronto a partecipare al filotto di gare che lo attendono: oltre alla sua specialità anche gli 800 stile libero e alla 10 km di fondo in acque libere.
A cura di Maurizio De Santis
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Più forte. Di testa, cuore e animo. Gregorio Paltrinieri ce l'ha fatta. Ha vinto la gara più importante: guarire in tempo dalla mononucleosi, che un mese fa ne aveva messo in dubbio la partecipazione alle Olimpiadi, e recuperare una forma fisica abbastanza buona da tenere intatte tutte le ambizioni di medaglia. È stato costretto a fermarsi a scopo precauzionale per un po' e cambiare programmi in corsa però ha superato l'ostacolo. Improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo: lo ha ripetuto a se stesso in quel periodo in cui in testa gli ronzavano la rabbia e il timore di dover rinunciare al viaggio in Giappone e all'evento tanto atteso nella carriera di uno sportivo.

A quella di Greg e della pattuglia di atleti del nuoto sono legate buona parte delle speranze Azzurre. Il campione di Carpi è alla terza partecipazione ai Giochi dopo Londra 2012 e Rio 2016 e sarà protagonista in tre discipline: 800 metri stile libero, la sfida nelle acque libere con il duello sulla distanza della 10 km di fondo e i 1500 metri in vasca che sono la sua specialità. Un filotto di gare tutte d'un fiato per incrementare la bacheca dei trofei che annovera un solo alloro iridato conquistato in Brasile cinque anni fa e una serie di successi tra Mondiali ed Europei.

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Più forte di tutto, ripete Paltrinieri nell'intervista alla Gazzetta e dai suoi occhi puoi capire che a spingerlo non saranno solo la forza degli arti e i movimenti educati dalla tecnica. Ha avuto un buon maestro fin da ragazzino quando suo padre, durante le nuotate a mare, gli ha spiegato com'è la vita in maniera semplice, semplice. "Non mi lasciava mai vincere", E così ha forgiato il suo carattere. Il resto lo hanno fatto madre natura che gli ha dato un dono e la sua tenacia negli allenamenti. Da Debrecen (2012), dove conquistò il primo oro in vasca corta, fino ai Mondiali in Corea nel 2019 c'è tutta la storia del ragazzo che, sia l'orizzonte limitato di una piscina oppure quello sconfinato del mare aperto, considera l'acqua come elemento congeniale. "Quando sto veramente bene sento di essere due spanne sopra e mi sembra di volare". Vola, Greg. La medaglia ti aspetta.

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