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Olimpiadi Tokyo 2020

Staffettista positivo alle contro-analisi, l’Inghilterra verso squalifica e medaglia requisita

L’esito delle seconde analisi effettuate dall’Agenzia internazionale sul campione di urine del quarto atleta britannico, Chinjindu Ujah, gelano il sangue nelle vene all’atleta e alla team del Regno Unito. Tortu li aveva battuti nell’ultima frazione della 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo, adesso gli inglesi vanno verso squalifica e revoca della medaglia d’argento.
A cura di Maurizio De Santis
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Positivo anche al secondo controllo. L'esito delle analisi effettuate dall'Agenzia internazionale sul campione di urine del quarto atleta britannico, Chinjindu Ujah (primo frazionista), gelano il sangue nelle vene all'atleta e alla team del Regno Unito. Conquistò l'argento battuto nella finale olimpica della staffetta 4X100 dall'Italia, trascinata da Filippo Tortu grazie alla sua progressione decisiva nell'ultimo tratto. E adesso rischia seriamente di perdere secondo posto e premio. Sarà il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) a decidere sulla eventuale squalifica della squadra inglese con la conseguente cancellazione del titolo conquistato e la nuova assegnazione del titolo (in tal caso l'argento andrebbe al Canada, giunto ai piedi del podio).

Ujah era stato sospeso il 12 agosto scorso dalla Athletics Integrity Unit: i primi riscontri diagnostici avevano evidenziato la presenza/uso di una sostanza proibita, Ostarine e S-23. "Ha proprietà anabolizzanti simili agli steroidi", è la determinazione degli enti che si occupano della materia. Ecco perché lo staffettista e l'intera squadra non hanno speranze di ribaltare il verdetto o approntare una linea difensiva abbastanza valida da evitare la pesante punizione. Il regolamento, però, è chiaro al riguardo: "laddove l'atleta che ha commesso una violazione delle regole antidoping abbia gareggiato come membro di una staffetta, la staffetta sarà automaticamente squalificata dall'evento in questione, inclusa la perdita di tutti i titoli, premi, medaglie, punti e premi in denaro e presenze".

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Sconfitti allo sprint con il tempo di 37.51 dal quartetto italiano (37.50 di Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu), gli inglesi avevano ancora una volta alimentato il sospetto che quei tempi e quelle prestazioni da parte degli azzurri fossero il frutto di altro… una tesi che era stata sostenuta anche in occasione – e con maggiore forza – della vittoria storica di Jacobs nella gara dei 100 metri piani, la prova regina dell'atletica, la sfida che incorona i figli del vento.

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