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Il pizzicotto sulla guancia di Tamberi: “Non avevo capito di aver vinto l’Olimpiade”

Gianmarco Tamberi racconta le emozioni di quella giornata storica, da sogno, straordinaria: la conquista della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo nel salto in alto. Un onore e un esempio, una lezione per tutti assieme all’amico e vincitore ex aequo, Barshim: “È una persona vera per la quale l’etica viene prima di tutto. È stato un onore immenso aver condiviso l’oro con lui”.
A cura di Maurizio De Santis
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Gianmarco Tamberi aveva chiuso gli occhi, fatto un respiro profondo e poi s'era lanciato più veloce, più forte e più in alto. Una falcata, una seconda, un'altra ancora e oplà… s'è ritrovato con la medaglia d'oro al collo. Il salto che gli è valso la vittoria alle Olimpiadi di Tokyo non potrà mai dimenticarlo. Lo ha davanti agli occhi, gli sembra che il tempo si sia fermato a quegli istanti. Quasi non ci crede ancora. Non ci credeva nemmeno in quel giorno storico, magico, fiabesco per se stesso che ha conosciuto lo sconforto per l'infortunio e poi la grande gioia per il successo ai Giochi.

Mi ripetevo ‘non è possibile, non è possibile', è un sogno', e ancora oggi faccio fatica a realizzare la cosa – dice Tamberi, ospite al Festival di Trento -. L'adrenalina era tale che non sono riuscito a chiudere occhio.

"Gimbo", aveva gettato il gesso oltre l'asticella, l'ostacolo piazzato a 2.37 metri e poi aveva mostrato quel totem al mondo intero: quel solco che la sofferenza aveva scavato dentro di lui s'era riempito di felicità.

L'ho portato per guardarlo e dire a me stesso ‘guarda che hai passato, adesso puoi farcela'. A Tokyo avevo un solo obiettivo, saltare, non fare errori e non mi ero reso conto di aver vinto l'Olimpiade. Quando il giudice si è avvicinato, Barshim (che aveva saltato alla stessa misura, ndr) gli ha chiesto se potevamo avere due ori. E non sono più stato nella pelle.

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Straordinario. Incredibile. Pazzesco. Tamberi non ha più parole per definire e raccontare quel momento così importante per la sua carriera. Un onore e un esempio, una lezione per tutti che annulla le differenze e va oltre le barriere del pregiudizio e dell'ignoranza.

L'immagine in cui Mutaz Barshim ed io ci scambiamo la medaglia ha una grande potenza contro razzismo e non integrazione. Siamo amici da 11 anni, è una persona vera per la quale l'etica viene prima di tutto. Per me è stato un onore immenso aver condiviso l'oro con lui.

L'estate straordinaria di Tamberi (e dello sport italiano) s'è chiusa con il primo posto nel Ranking Mondiale. Mesi da sogno per un Paese che ha festeggiato per la vittoria dell'Italia agli Europei e poi s'è esaltato per le prodezze olimpiche.

L'Europeo di calcio mi ha dato tanto perché vedere che gli altri ci riescono aiuta anche te. E spero che le nostre vittorie, la mia, quella di Marcell (Jacobs, ndr), nella marcia e nella staffetta abbiano aiutato qualcuno anche nel lavoro, a credere in qualcosa. È stata un'onda positiva che può aver aiutato il Paese.

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