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Cade in un precipizio e muore: addio a Kim Hong-Bin, l’alpinista disabile dei record

Kim Hong-bin, entrato nella storia per essere il primo scalatore disabile a conquistare tutte le montagne più alte del mondo, ha perso la vita dopo la sua ultima impresa. Il sudcoreano che anni fa perse tutte le dita per congelamento, è morto dopo essere precipitato nel vuoto, durante la discesa da una montagna al confine tra Cina e Pakistan.
A cura di Marco Beltrami
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Ha perso la vita durante una delle sue imprese. Non c'è stato nulla da fare per Kim Hong-bin, che è entrato nella storia per essere il primo scalatore disabile a conquistare tutte le montagne più alte del mondo. Il sudcoreano che anni fa perse tutte le dita per congelamento, è morto dopo essere precipitato nel vuoto, durante la discesa da una montagna al confine tra Cina e Pakistan

Il nome di Kim Hong-bin resterà per sempre impresso nella storia dell'alpinismo. Il 57enne sudcoreano domenica scorsa era riuscito a scalare la Broad Peak (8047 metri), la 12a montagna più alta della terra, della catena del Karakorum, a pochi chilometri dal K2. Grazie a questa impresa l'alpinista si è reso protagonista di un vero e proprio record, conquistando le 14 montagne più alte dell'Himalaya (e del mondo), tutte al di sopra degli 8.000 metri.

Un'impresa epica per chiunque, figuriamoci per chi come lui ha dovuto fare i conti anche con la disabilità. Kim Hong-bin infatti ha perso tutte le dita delle mani: necessaria l'amputazione delle stesse a causa del congelamento durante l'ascesa al Mount Denali, in Alaska, nel 1991. Nonostante tutto il sudcoreano non ha rinunciato alla sua grande passione continuando ad arrampicarsi anche grazie ad una speciale attrezzatura, e raggiungendo risultati eccezionali.

Purtroppo per lui qualcosa è andato storto proprio in occasione della discesa dal Broad Peak. Secondo le prime ricostruzioni, lo scalatore sarebbe scivolato a causa del maltempo mentre scendeva dal lato cinese della montagna, precipitando nel vuoto e in un crepaccio. Gli altri alpinisti che erano in sua compagnia, inizialmente lo hanno cercato, ma si sono poi dovuti arrendere alle condizioni meteo che hanno impedito anche l'utilizzo degli elicotteri da parte dei soccorritori.

Nulle le speranze di ritrovare ancora in vita Kim Hong-bin, con uno degli altri scalatori presenti Vitaly Lazo che in un messaggio ha poi annunciato "Kim non ce l'ha fatta". Resteranno in eterno le sue imprese e anche le iniziative benefiche: il sudcoreano anni fa aveva fondato un'organizzazione che insegnava alpinismo e altri sport ai bambini affetti da disabilità.

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