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Alex Zanardi: “Sopravvissi all’incidente con meno di un litro di sangue in corpo”

Il 15 settembre 2001 la vita di Alex Zanardi è cambiata per sempre. Il terribile incidente del Lausitzring lo portò ad un passo dalla morte, con il pilota classe 1966 che dovette subire l’amputazione di entrambe le gambe. Una menomazione che non ha intaccato lo spirito del bolognese che ha continuato a praticare lo sport a livello agonistico diventando un esempio per tutti. A distanza di anni, Zanardi è tornato a parlare di quella maledetta gara, rivelando di essere riuscito a sopravvivere con meno di un litro di sangue nel corpo per circa 50 minuti.
A cura di Marco Beltrami
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Il 15 settembre 2001 la vita di Alex Zanardi è cambiata per sempre. Il terribile incidente del Lausitzring lo portò ad un passo dalla morte, con il pilota classe 1966 che dovette subire l'amputazione di entrambe le gambe. Una menomazione che non ha intaccato lo spirito del bolognese che ha continuato a praticare lo sport a livello agonistico diventando un esempio per tutti. A distanza di anni, Zanardi è tornato a parlare di quella maledetta gara, rivelando di essere riuscito a sopravvivere con meno di un litro di sangue nel corpo per circa 50 minuti.

Zanardi e il retroscena sull'incidente in cui perse le gambe. Il pilota sopravvisse con meno di un litro di sangue

In un'intervista ai microfoni de "La Stampa", Alessandro "Alex" Zanardi, ha raccontato nuovi particolari sull'incidente che ha cambiato per sempre la sua vita. Il pilota ha rivelato un retroscena sorprendente, parlando degli attimi immediatamente successivi allo schianto: "Sono stato anche oggetto di studi perché sono sopravvissuto con meno di un litro di sangue in corpo per 50 minuti (un adulto medio ha almeno 5 litri di sangue nel corpo, ndr). Fortunatamente è andata così e ora siamo qui a chiacchierarne. Sono orgoglioso di aver sovvertito il pronostico, ma appartiene al passato e c’è un futuro che sto ancora riscrivendo".

Cosa successe a Zanardi nell'incidente del 15 settembre 2001

Nel 2001 Zanardi aveva deciso di tornare a gareggiare, alla guida di un bolide nel campionato CART. Nel settembre in occasione del circuito europeo del Lausitzring, il pilota fu vittima di un terribile incidente, con la sua vettura che fu letteralmente spezzata in due, nell'impatto con quella guidata da Alex Tagliani. Istantanea amputazione delle gambe per il campione bolognese, che in condizioni disperate rischiò di morire dissanguato. Fondamentale l'intervento del capo dello staff medico della CART Olvery che limitò l'emorragia. Dopo più di un mese dal ricovero e ben 15 operazioni, il pilota italiano potè uscire dall'ospedale.

Il guerriero Zanardi, e la reazione all'incidente

Zanardi dunque ha dimostrato sin da subito di essere "eccezionale", resistendo in condizioni a dir poco drammatiche. L'attuale campione paralimpico non si considera però un "highlander": "Ognuno di noi ha il proprio modo di reagire, che quasi sempre sorprende anche noi: me l’avessero detto prima, magari avrei pensato che mi sarei ammazzato, cosa che poi non mi è venuta in mente. Il mio caso non è l’unico e non è nemmeno raro. Forza e resistenza, a loro livello massimo, alla mia età, ce le ho già alle spalle… posso solo pensare di perdere il meno possibile con l’allenamento e un giusto stile di vita. Questo non significa avere un atteggiamento da perdente: faccio valere la mia esperienza, ma quando mi trovo negli ultimi metri mi strappo le spalle pur di guadagnare un centimetro".

Il retroscena di Zanardi su Michael Schumacher

E a proposito di guerrieri non manca anche un racconto su Michael Schumacher. Il pilota tedesco alle prese con il lento recupero dopo il grave incidente su una pista da sci, in un'occasione ha fatto arrabbiare e non poco Zanardi: "Era la finale in Svezia: io e Orsini, un altro pilota, abbiamo lottato per tutta la gara ai primi posti, poi lui tentò un sorpasso e volammo fuori. Ho tentato di rimettere in moto il go-kart spingendolo, ma non ci riuscivo. Dall’ultima curva sbucò Schumacher e andò a vincere. Mi ha lasciato tanta rabbia perché era un campionato già vinto. Allora Schumi era uno dei tanti, che spesso e volentieri arrivava dopo di noi"

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