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Jacobs è l’ombra di se stesso, a Parigi è andato tutto nel verso sbagliato: “Una gara da buttar via”

Delusione cocente per l’azzurro oro olimpico a Tokyo: a Parigi, il debutto stagione è da cancellare: “Manca lavoro, un mese senza allenarsi si patisce. Adesso? Ho corso senza dolori, cancelliamo tutto e puntiamo alla prossima gara”
A cura di Alessio Pediglieri
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Una serata da dimenticare. Per Marcell Jacobs il debutto stagionale in pista scoperta sui 100 metri non è andato per nulla nel modo in cui tutti speravano, anzi. A Parigi, nella quarta tappa della Diamond League, l'azzurro medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo è stato la controfigura di se stesso, arrivando settimo, con un tempo altissimo, ai limiti dell'imbarazzo.

Una attesa altissima, una delusione ancor più grande: i 100 metri parigini si sono consumati così, in una corsa iniziata male e finita in modo peggiore con Marcell Jacobs che aveva tutti gli occhi puntati per capire lo stato di forma dell'azzurro alla sua prima uscita outdoor. Ne è rimasto negli occhi un 100 metri completamente da cancellare e buttarsi alle spalle: mentre i migliori sono riusciti nei propri intenti, con un Lyles capace di una progressione vincente al traguardo, per Jacobs la prestazione si è trasformata in un calvario assoluto.

Ne è cosciente anche lo stesso azzurro che nel post gara, subito dopo l'ufficializzazione dei tempi, davanti al proprio anonimo 10″21, non ha cercato scuse né alibi. La sensazione che ne è nata è che lo stesso Marcell Jacobs non si aspettava di più dalla serata parigina, in un debutto compiuto senza una adeguata preparazione: "È una gara da buttare, del cavolo ma nelle ultime tre settimane non mi sono allenato e non potevo fare molto di più. Quando mi sono reso conto che mi sorpassavano tutto è stata dura. Manca lavoro, quasi un mese senza lavorare si patisce".

In una serata da dimenticare, però, Jacobs ha provato anche a guardare  il classico bicchiere mezzo pieno. L'unica nota positiva è stata l'assenza assoluta di dolore e dei problemi che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi e che ne hanno pregiudicato una adeguata preparazione: "Ho corso senza sentire fastidio, a parte la rigidità e questo è importante. Ora mi attendono altre due settimane di lavoro e poi si punta alla prossima gara. Sicuramente l’anno prossimo non arriverò a Parigi come sono arrivato oggi… Ma era importante tornare e lo abbiamo fatto"

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