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Stranger Things 4, la recensione: l’omaggio a Nightmare, Freddy Krueger nel cast e tanta paura

Stranger Things 4 non è adatta deboli di cuore. Certo, nemmeno gli altri episodi sono qualcosa di “leggero” da guardare la sera prima di addormentarsi. Ma la componente psicologica della nuova creatura del Sottosopra, Vecna, unita a un’atmosfera horror anni Ottanta ricostruita alla perfezione, porta il tutto un gradino sopra rispetto al passato. Non saranno però troppe quasi 9 ore di storia in 7 episodi?
A cura di Elisabetta Murina
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Mettetevi comodi e prendetevi del tempo. Tanto tempo. Per guardare i sette episodi del volume 1 di Stranger Things 4 servono calma e tranquillità, quasi come quando si sceglie di andare al cinema e sedersi davanti al grande schermo per vedere un film. Che poi, alla fine, i sette episodi firmati dai Duffer Brothers sono un pò come guardare tanti film insieme vista la loro durata. Un'ora e tre minuti il più corto. Due ore e trenta il finale di stagione, che arriverà a luglio e chiuderà (almeno per il momento) un progetto nato ormai più di sei anni fa.

Tanto materiale narrativo permette di sviluppare storie diverse all'interno dei singoli episodi. Ed è la prima volta che succede. I protagonisti sono in città diverse: Undici è in California insieme alla famiglia Byers, mentre Mike, Max, Dustin e Lucas sono rimasti nella "maledetta" città di Hawkins. Luoghi lontani migliaia di chilometri ma stesso "problema" da affrontare, il primo anno di liceo, che mette alla prova la loro finora indissolubile amicizia. Ogni personaggio compie un percorso di crescita personale, entrando a tutti gli effetti nell'età dell'adolescenza e apparendo per certi versi più maturo e consapevole di se stesso. Un esempio fra tutti la determinata e brillante "investigatrice" Nancy Wheeler: la sorella maggiore di Mike lavora per il giornale della scuola mentre aspetta di sapere in quale college è stata ammessa e, nel frattempo, tira fuori tutto il suo carattere per risolvere il caso delle misteriose morti nella sua città.

Separare lo storyline, quindi, permette di seguire diversi filoni parallelamente ma nello stesso tempo diluisce e spezzetta fin troppo la narrazione, finendo col lasciare alcuni capitoli in sospeso. Da una parte "il gruppo di Hawkins", dall'altra quello della California e da un'altra ancora la spedizione di Joyce alla ricerca di Jim Hopper (che ormai sappiamo essere vivo e prigioniero in qualche remota parte della Russia). Si ricongiungeranno? Mike, dopo la visita durante le vacanze di primavera, rivedrà ancora Undici (che nel frattempo è tornata nel laboratorio di Hawkins dove farà alcune sconvolgenti scoperte)? La risposta, almeno per questo primo volume, è no. E sicuramente non è quella che ci saremmo aspettati.

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Il fil rouge che unisce la stagione è uno solo: l'arrivo di Vecna dal Sottosopra. Una nuova creatura, ancora più spaventosa e per certi versi intelligente rispetto al passato, torna a minacciare l'apparente tranquillità della città. E sì, questa stagione è davvero la più oscura di tutte, non adatta ai deboli di cuore, come avevano anticipato in conferenza stampa Natalia Dyer e Charlie Heaton, interpreti di Nancy e Jonathan. Perché? Appare evidente, fin dall'inizio, che la modalità d'azione di Vecna è qualcosa che va oltre quella degli ormai "classici" Demogorgoni. È più subdolo, colpisce le vittime entrando nella loro mente e facendo leva sui traumi del passato.

Lo fa con Cassy e ci prova anche con Max e Nancy. Da fuori, chi osserva, non può far niente se non rimanere disarmato a guardare. Un mostro, quindi, più psicologico che si inserisce all'interno di una cornice cupa, con evidenti riferimenti alle atmosfere degli horror degli anni Ottanta, primo fra tutti Nightmare. E di Nightmare, la quarta stagione di Stranger Things ha anche Robert Englund, l'attore che interpreta Freddy Krueger, in un ruolo che di certo non è quello di un normale cittadino di Hawkins. Tutto questo, unito alla rappresentazione del Sottosopra (e delle loro creature) che diventa sempre più dettagliata e realistica, rende i nuovi episodi i più riusciti dell'intero progetto. In attesa del gran finale di stagione.

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Giornalista professionista, classe 1997. Scrivo per l'area Spettacolo di Fanpage.it dal 2021. Ho conseguito il Master in Giornalismo e svolto un periodo di praticantato nella redazione di Tgcom24.
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