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Opinioni

Prisma, la recensione: elogio di una serie fluida

Prisma è la nuova serie di Ludovico Bessegato, autore e regista di Skam Italia. Una serie che si propone di indagare l’adolescenza contemporanea nella sua parte più fluida, quella che fatica a sottostare alle definizioni e si prefigge di esplorare con coraggio le proprie zone oscure.
A cura di Eleonora D'Amore
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Arriva su Amazon Prime il 21 settembre, Prisma, la nuova serie di Ludovico Bessegato. Un racconto simile, per alcuni versi, alla sua precedente creatura, Skam Italia, almeno nell'approccio, sensibile e curioso, al mondo degli adolescenti di oggi. Stavolta ci si prefigge di indagare la loro parte più fluida, quella che fatica a sottostare alle definizioni e intende esplorare con coraggio le proprie zone oscure.

La storia è quella dei fratelli gemelli Marco e Andrea, interpretati dal talentuoso Mattia Carrano. Classe 2000, romano d'origine, bellezza androgina perfetta per trasferire simbiosi e contrasto di due fratelli all'apparenza identici, eppure così diversi nel loro modo di stare al mondo. Atletico e spigliato Andrea, timido e introverso Marco, i due si rincorrono nel tentativo di risoluzione della parte di se stessi che sfugge al controllo, che non consente una protezione proprio perché ancora del tutto ignota.

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In un'Italia dilaniata da frange acremente omofobe e transfobiche, Bessegato e Alice Urciuolo, co-creatrice e sceneggiatrice della serie, alzano la posta scommettendo sul coraggio dei giovani che sono stanchi di essere trattati come ragazzini, di essere depositari di un linguaggio che non li corrisponde, né nella forma né tantomeno nelle intenzioni. Accesi dal desiderio di scavare nel profondo delle loro paure e di trovare da soli una via d'uscita, rigettano qualsiasi approccio paternalistico o consolatorio, imponendosi all'attenzione senza diventare verbosi.

E ci riescono. Il ritratto che ne viene fuori è quello di una Latina arcobaleno, ricca di colori inclusivi e animata dalla voglia di cambiamento, che abbraccia la diversità come valore, elemento già ampiamente radicato in Skam Italia, che ora torna prepotente. Diverso diventa chi ha bisogno di vestirsi da donna e guardarsi allo specchio per iniziare a trovarsi, chi da "truzzo" di provincia cerca nella musica il proprio mezzo di comunicazione perché altrimenti non riesce, chi indossa ogni giorno una protesi ma non si sente simbolo di alcun tipo di disabilità. Diverso diventa uguale a tutti, la normalità non ha più una sola connotazione e, per fortuna, perde la sua supremazia nella valutazione dell'altro.

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La scelta di spostarsi in provincia non è casuale, sostiene la narrazione con un territorio che, rispetto a Roma, non apre a tante vie di fuga e costringe a guardarsi davvero. Prisma perché "l’adolescenza è un’età complessa e piena di contraddizioni, variegata come un caleidoscopio", che non consente una lettura univoca come i grandi a volte, per mera semplificazione, vorrebbero. Queste prime due puntate non sembrano deludere l'aspettativa su una serie che ha tutte le carte in regola per trovare accoglienza in un perimetro internazionale, sia per tematiche che per capacità interpretative. E per coraggio, quello che spesso manca alle nuove produzioni.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, lavora a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Caposervizio dell'area spettacolo.
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