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I Simpson porteranno per la prima volta la lingua dei segni e un doppiatore sordo in un episodio

Nell’episodio dei Simpson che andrà in onda il 10 aprile negli Usa comparirà per la prima volta la lingua dei segni e ci sarà un doppiatore sordo. Il personaggio sarà quello di Monk, figlio del sassofonista preferito di Lisa, e a interpretarlo sarà John Autry II.
A cura di Elisabetta Murina
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I Simpson sono destinati a scrivere un nuovo capitolo della storia della televisione. Per la prima volta in più di 33 anni, nell'iconica serie tv americana comparirà la lingua dei segni e ci sarà un doppiatore sordo. Il personaggio sarà quello di Monk, interpretato da John Autry II, protagonista dell'episodio che andrà in onda domenica 10 aprile.

La rivoluzione dei Simpson

Dopo più di 30 anni di episodi (il primo è andato in onda nel 1989) e quasi altrettanti di stagioni, i Simpson hanno deciso di portare in televisione, nella loro narrazione, una piccola grande rivoluzione: la lingua dei segni e la presenza di un doppiatore non udente. A ricoprire questo ruolo sarà John Autry, che in un'intervista rilasciata a Variety ha raccontato come è stata questa esperienza: "È così incredibile. È uguaglianza e partecipazione che cambiano la vita. Questo può avere un impatto sul cambiamento per tutti noi. Si tratta di personaggi con problemi di udito e udito che si uniscono. Fa parte della storia". 

Cosa racconterà l'episodio

L'episodio, che verrà trasmesso il 10 aprile negli Stati Uniti, si intitola The Sound of Bleeding Gums (letteralmente Il suono delle gengive sanguinanti) e racconta il momento in cui Lisa Simpson incontra Monk Murphy, il figlio del suo defunto sassofonista musicale preferito, Bleeding Gums. Scopre che è nato sordo e che avrebbe voluto un impianto cocleare e, così, decide di aiutarlo per far sì che raggiunga l'obbiettivo. La storia è stata scritta da Lori Steele Sosthand, che è entrata a far parte del team della seire nel 2020, ed è in parte autobiografica. Lei, infatti, ha un fratello non udente ed è cresciuta in una famiglia in cui la musica jazz era praticamente di casa.

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