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Nulla di fatto in Rai su stop a ospiti pagati e rotazione nei talk show, manca l’accordo politico

La commissione di vigilanza Rai avrebbe dovuto votare la risoluzione per l’indirizzo sui criteri di scelta degli ospiti nei talk show. La seduta del 17 maggio ha portato a un rinvio della questione dopo che il Movimento 5 Stelle ha trasmesso una propria proposta alternativa.
A cura di Andrea Parrella
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La commissione di vigilanza Rai si spacca sulle risoluzioni che riguardano l'indirizzo per il meccanismo di scelta degli ospiti nei talk show. La seduta del 17 maggio, prevista poche ore prima del battibecco tra Orsini e Ruggieri a Cartabianca, doveva prevedere un voto che avrebbe potuto incidere sui criteri di selezione di opinioniste e opinionisti nei talk, ma il risultato è stato un nulla di fatto, con rinvio a causa di un mancato accordo politico. La nota riepilogativa, pubblicata sul sito del parlamento, recita:

E' proseguito l'esame della proposta di risoluzione sulla presenza di commentatori ed opinionisti all'interno dei programmi della Rai. Il Presidente informa che il Movimento 5 Stelle ha trasmesso una propria proposta alternativa. Non avendo raggiunto un accordo circa l'integrazione dei contenuti delle due proposte il seguito dell'esame è stato quindi rinviato.

Questione solo rinviata, dunque, ma certo pare indebolirsi quell'unità di intenti politica che pareva essere inizialmente trasversale su un documento che, pur avendo i caratteri di un di semplice indirizzo e non di un regolamento, convergeva con la governance dell'azienda nel voler trovare un criterio per regolare la caotica situazione dei talk show.

Ma come si è arrivati a tutto questo? Da settimane, soprattutto dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, il tema dei talk show è diventato politico, tanto che la commissione di vigilanza Rai, l'organo parlamentare di indirizzo per il servizio pubblico, ha sollevato la questione dopo che si era esposto sul tema anche l'amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, il quale intervenendo proprio in vigilanza si era detto contrario ai talk show oggi troppo inclini all'intrattenimento.

Il caso Orsini è stato detonatore definitivo per la questione ospiti, viste le posizioni del docente ritenute dai più controverse. Così il presidente della commissione di vigilanza, Barachini, aveva proposto una risoluzione – poi leggermente modificata – sintetizzabile in tre punti: stop ai cachet per gli ospiti, rotazione degli stessi, struttura per fact checking sulle notizie. Tutti felici, apparentemente, fino a quando il Movimento 5 Stelle ha a sua volta proposto una risoluzione in contrasto con la prima, denunciando il pericolo di una "ingerenza della politica sulla libertà editoriale delle redazioni del servizio pubblico".

È lecito chiedersi, a questo punto, se la complessa situazione dei talk show, osteggiati dall'opinione pubblica perché ritenuti in parte responsabili di inquinare il dibattito sui temi del Covid e della guerra, si possa effettivamente risolvere attraverso un regolamento che, se pure di buon senso, rischi di condizionare la libertà editoriale.

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