
Oggi i palinsesti autunnali Rai sono stati presentati alla stampa. Temperature elevate fuori al pari di quelle interne. Una calma apparente ha attraversato la sala prima della presentazione delle novità della stagione 2025/2026. I tagli annunciati ai programmi sotto il 3%, il nodo ascolti, la necessità di ridimensionare ciò che fatica a conquistare l'Auditel e le misure nei confronti di programmi come Report aleggiavano tentando di catturare l'attenzione. L'Ad Giampaolo Rossi è stato tranciante: "Chi afferma che la Rai disinveste sull'informazione, dice il falso". Intanto le proteste hanno preso spazio su Viale Marconi per dire no ai tagli e allo "smembramento" dei programmi di inchiesta, capeggiate da Sigfrido Ranucci, che ha confermato anche a Fanpage.it il malumore derivato dai provvedimenti riguardanti il ridimensionamento del suo programma.
"È vero che c'è una bellissima atmosfera?", griderebbe René Ferretti in Boris. Ma andiamo per gradi. C'è chi resta e chi va via, il punto è perché. Non sono stati riconfermati una serie di programmi e per alcuni volti non è stata trovata una nuova collocazione. Dai nuovi palinsesti Rai emerge un approccio del tutto conservativo rivolto ai conduttori inossidabili, da Carlo Conti a Marco Liorni, fino alle signore della tv generalista: Milly Carlucci, Antonella Clerici e Mara Venier. Nonostante queste ultime pare si siano allineate al trend e stiano disertando l'evento perché mosse da malcontento rispetto i cambiamenti voluti per Domenica In e The Voice. È un capitolo che si affronterà nelle prossime ore, quando il red carpet farà eventualmente a meno del loro contributo.
Ma ora torniamo agli approcci. Ce n'è un altro che si avvale della sperimentazione e rilancia, ossia quello riservato a Stefano De Martino e Francesca Fagnani. E infine c'è la resa, che ha travolto (per ora) le scommesse Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. Non è un Paese per late (show), Boomerissima e Obbligo o verità non hanno brillato. Viene però da chiedersi: il ricambio generazionale è davvero solo una questione di numeri?
Fa bene Stefano Coletta (direttore Coordinamento Generi Rai) a riconoscere il talento di Cattelan a taglio avvenuto e a motivarne l'assenza con un ulteriore atto di fiducia che guarda al futuro: "Alessandro è un talento complicato per la tv generalista, ma penso che tutti noi dobbiamo pensare a scenari futuri in cui non possiamo non pensare di inserire nuovi volti, facce giovani". È vero, è complicato, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare, e non solo. Bisogna insistere, provare altre strade, sperimentare linguaggi che tendano a invertire le curve, immaginare nuovi scenari. Servono idee, la frase più inflazionata del momento, e tempo per elaborarle, qualcosa che porti alla mancata dispersione dei talenti e non alla resa.
Ci sono riusciti per nomi come quello di Stefano De Martino, unico innesto nell'ammiraglia che abbia messo tutti d'accordo (o quasi), a tal punto da non essere mai menzionato oggi in conferenza stampa, come fosse una punta di diamante già esposta in una teca, e per quello di Francesca Fagnani che, se possibile, ha solo consolidato la sua professionalità su uno sgabello tanto scomodo quanto prezioso. Intanto, si continua ad attendere che ‘le novità della stagione' siano davvero novità. Per tutto il resto ci sono le teche.
