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Il tennis manda in tilt la Rai, ascolti grandiosi ma senza racconto e Sinner che scappa da Fazio

Numeri incredibili per la vittoria di Sinner, ma resta incerta la direzione che RaiSport intende prendere sulla rivoluzione culturale e sportiva che sta avvenendo in Italia, tra le cronache dimenticabili di Fiocchetti e un approccio al racconto del tennis che continua ad apparire episodico e senza autorevolezza. Non a caso, Sinner, dopo la vittoria va a Che Tempo Che Fa.
A cura di Andrea Parrella
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Ci sarebbe solo da gioire per la vittoria di Jannik Sinner alle ATP Finals contro Carlos Alcaraz e gli ascolti incredibili raccolti dalla Rai per un evento inimmaginabile fino a qualche anno fa. E infatti la contentezza sciovinista è indiscutibile, visto che questo ennesimo successo del tennista rende ancora più chiaro il fatto di trovarsi davanti a un atleta che potrebbe continuare a vincere e ingrossare il movimento tennistico italiano anche nei prossimi anni.

Se osserviamo la questione da un punto di vista televisivo che riguardi esclusivamente la Rai, invece, le carenze sono ancora evidenti e il lavoro da fare sul tennis è ancora ampio. Lo si può intuire da piccoli dettagli e anche da alcuni fattori che rivelano un deficit sistemico del servizio pubblico.

I quasi 5 milioni e mezzo di spettatori raccolti da Rai2 per la finale andata in onda il 16 novembre hanno ascoltato il commento di Marco Fiocchetti, l'ultimo della sua carriera, rimproverato dallo stesso Panatta nel corso della partita per alcune esternazioni che poco aderiscono a un profilo di una persona minimamente esperta di tennis. Sbavature, imprecisioni, pressapochismo. C'è chi legittimamente può apprezzare questo approccio profano e largo, chi dall'altra parte reputa inaccettabile che un telecronista sportivo commenti un evento ponendosi rispetto a ciò che vede con lo stesso livello di conoscenza del pubblico largo che lo stia ascoltando.

Non sono mancati nemmeno i commenti sulla gestione del momento in cui una persona si è sentita male sugli spalti, con Sky che ha scelto di non mostrare le immagini di quanto stesse accadendo e comunicare prontamente agli spettatori questa scelta, mentre le inquadrature Rai continuavano a stare su quanto stesse accadendo in quei momenti. Una differenza sostanziale nel trattare una questione delicata, oggetto di critiche nelle ore successive alla messa in onda.

L’intervento dei paramedici sugli spalti delle ATP Finals.
L’intervento dei paramedici sugli spalti delle ATP Finals.

Che alla Rai stia mancando autorevolezza in questa gigantesca rivoluzione culturale sportiva alla quale stiamo assistendo, lo si percepisce anche dalla "fuga" di Sinner da Fazio subito dopo la vittoria. È l'ennesima volta che accade ed è la conferma di un Fazio che sta sbranando l'azienda di servizio pubblico dopo che la Rai ha deciso di rinunciare a lui, ma dimostra anche che in Rai non esista un interlocutore al quale Sinner intenda dare precedenza rispetto a Che Tempo Che Fa.

Nel pieno dei postumi da festeggiamenti, ci si continua a chiedere in che modo Rai intenda provare a capitalizzare il periodo di vacche grasse attuale, in cui grazie a Sinner tutto sembra andare a gonfie vele. Saprà costruire un racconto strutturale del tennis, o continuerà a trattarlo in maniera episodica? In una fase complessa come quella che vive, di fatto con un direttore sfiduciato, RaiSport saprà mettere al centro una disciplina che sta mettendo seriamente in discussione la leadership del calcio, vista anche la crisi profonda del movimento nel nostro Paese? E infine, chi succederà a Fiocchetti sarà in grado di imporsi come voce autorevole oltre che popolare?

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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