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Il servizio del Tg1 che mostra la donna che abbandona un neonato ad Aprilia, lo sconcerto del Cpo

Il Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale dei giornalisti esprime il proprio sconcerto per il servizio trasmesso dal Tg1 che mostra il volto della donna che ha abbandonato un neonato in ospedale ad Aprilia.
A cura di Stefania Rocco
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Il Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale dei giornalisti ha espresso in una nota il proprio sconcerto dopo le immagini trasmesse “in esclusiva” dal TG1 che mostrano il volto della donna che ha abbandonato un neonato di sei mesi in ospedale ad Aprilia. Si tratta delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza poste all’ingresso del pronto soccorso che mostrano la donna mentre entra insieme al neonato, ben coperto nel suo passeggino, nei locali dell’ospedale per poi allontanarsi. Nonostante la mascherina e il capo coperto da un cappuccio, le immagini trasmesse dal Tg1 mostrano chiaramente il volto della donna.

La nota del Cpo dell’Ordine dei giornalisti

Con una nota diffusa attraverso il sito dell’Ordine, il Cpo manifesta il proprio sconcerto: “Così si contravviene a quelle che sono le basi della deontologia professionale e della privacy. La Cpo dell’Ordine nazionale dei giornalisti segnala la vicenda all’esecutivo, affinché chieda ai consigli di disciplina territoriali competenti l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti delle testate che hanno diffuso il video”.

Il Garante della privacy: “Il video non andava trasmesso”

A esprimersi a proposito del servizio del TG1 che mostra il volto della donna che abbandona un neonato in ospedale ad Aprilia si è espresso il Garante della privacy secondo cui quelle immagini “non avrebbero dovuto essere trasmesse, in quanto lesive della dignità della donna, in un momento di particolare fragilità”. “Le immagini”, evidenzia il Garante per la protezione dei dati personali, “si pongono in evidente contrasto con le disposizioni della normativa privacy e delle regole deontologiche relative all’attività giornalistica, le quali – pur salvaguardando il diritto/dovere di informare la collettività su fatti di interesse pubblico – prescrivono agli operatori dell’informazione di astenersi dal pubblicare dettagli relativi alla sfera privata di una persona. È doveroso invitare gli organi di stampa, i siti di informazione e i social media al più rigoroso rispetto delle disposizioni richiamate, astenendosi dall’ulteriore diffusione delle immagini e si riserva comunque gli eventuali interventi di competenza nei confronti delle testate che hanno violato le regole deontologiche”.

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