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Caso Sgarbi, l’avvocato di Evelina prima dell’udienza sull’amministratore di sostegno: “Qui per tutelare l’uomo”

Oggi, martedì 28 ottobre, si tiene a Roma l’udienza al Tribunale Civile di Roma per la nomina dell’amministratore per Vittorio Sgarbi. La figlia Evelina provata prima dell’ingresso: “Non mi sento di dire nulla”. A La Volta Buona, le parole del suo legale Iacobbi.
A cura di Sara Leombruno
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Si è tenuta oggi pomeriggio, alle 15, al Tribunale Civile di Roma l’udienza per la nomina dell’amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi. L’ingresso del critico d’arte è avvenuto dall’entrata riservata a chi ha difficoltà motorie, in via Giulio Cesare, e secondo quanto riferito a La Volta Buona sarebbe stato accompagnato dalla compagna Sabrina Colle.

All’esterno del tribunale anche la figlia Evelina Sgarbi, che prima di entrare si è mostrata tesa e provata, limitandosi a dire ai cronisti presenti: "Non mi sento di dire nulla". Poche parole anche dal suo legale, l’avvocato Iacobbi, che in un’intervista rilasciata ai microfoni dell'inviato di Balivo ha spiegato l’intento della famiglia: "Andiamo lì per tutelare l’uomo Vittorio Sgarbi e non il personaggio. Altri, invece, stanno tutelando il personaggio".

Evelina Sgarbi e suo padre Vittorio
Evelina Sgarbi e suo padre Vittorio

La vicenda si inserisce in un contesto delicato, che richiama casi recenti come quello di Lando Buzzanca, al quale in passato fu nominato un amministratore di sostegno. Proprio in riferimento a quel precedente, si è espressa anche l’associazione Labirinto 14 luglio, presente all'esterno del tribunale e presieduta da Francesca Della Valle, ultima compagna di Buzzanca. Oggi, lei e gli altri membri, si sono schierati a sostegno di Sabrina Colle, compagna del critico d'arte. L’associazione, da tempo contraria all’applicazione della legge 6/2004 (che disciplina la figura dell’amministratore di sostegno), ha commentato così il caso Sgarbi: "La legge è diventata uno strumento nelle mani degli eredi per violare i diritti dell’essere umano".

Secondo la posizione dell’associazione, Evelina Sgarbi non avrebbe dovuto fare ricorso a questa normativa, considerata un potenziale mezzo di sopraffazione. Un’accusa che la figlia del critico, per ora, ha scelto di non commentare, preferendo mantenere il silenzio in attesa della decisione del tribunale.

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