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Barbara D’Urso ha capito tutto: il vero coraggio è dire no alla caciara

Barbara D’Urso a Ballando con le stelle sta facendo esattamente quello che dovrebbe fare un concorrente: impara i passi, suda, si mette in gioco a 68 anni, non cerca la rissa. E se questo non basta, il problema non è suo.
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"Io però non ho capito che cosa vi aspettate". Il pubblico si alza in piedi. Perché quella frase, detta con la voce di chi ha ancora il fiato corto dopo un quickstep eccezionale, racchiude la verità più scomoda di questa edizione di Ballando con le stelle: tutti vogliono vedere Barbara D'Urso implodere, e lei si ostina a ballare bene.

È questo che fa incazzare. Non il fatto che balli male, non che sia fuori tempo, non che sia ridicola. Il problema è esattamente l'opposto: Barbara sta facendo la concorrente perfetta. Si allena, migliora, si terrorizza prima di ogni esibizione, ringrazia, sorride, e torna in sala prove. Roba intollerabile, evidentemente, da chi vorrebbe banchettare – o auspicava di farlo – sulla sua persona.

Non facciamo giri di parole. L'antagonista di Barbara, e viceversa, è Selvaggia Lucarelli, che pure lei di televisione ne capisce, e l'ha pungolata alla puntata numero quattro nell'orgoglio. L'ha fatta finalmente uscire fuori: "Tu sei qui per fare show". Ma quando Barbara risponde "Questo non è il mio show, è lo show di Milly Carlucci", forse bastava così. Ma è arrivato l'affondo: se continui così, alla fine diranno solo che "Barbara balla bene". Come se fosse un'accusa.

Il ragionamento è chiaro: Barbara, tu che hai fatto della caciara un'arte, che hai trasformato il salotto televisivo in un'arena dove tutto era possibile, non puoi venire qui e fingerti una come le altre. Devi darci qualcosa, devi esplodere, devi regalarci trash, sangue, conflitto. Devi essere la Barbara D'Urso che conosciamo, quella che abbiamo amato e odiato per decenni. E invece lei cosa fa? Balla un quickstep su Maria Marì e conquista il pubblico. Il tradimento (di certo non al pubblico) è servito.

Il coraggio che nessuno vuole vedere

"Ci vuole coraggio a fare il concorrente", dice Barbara. E Selvaggia, prontissima: "Coraggio? Eri ferma da un anno e mezzo". Erano due anni, la correzione è immediata, "ed ero ferma ingiustamente". Ecco il punto che brucia. Barbara D'Urso non è lì perché ha bisogno di visibilità. È lì perché le hanno tolto tutto. Due anni ferma, non per scelta, non per stanchezza, ma "ingiustamente". E invece di tornare in tv con il mitra spianato, urlando vendetta, trasformando Ballando nella sua personale rivincita sanginaria, cosa fa? Balla il quickstep. Ma di cosa stiamo parlando? È questo il vero coraggio che nessuno vuole riconoscere: scegliere di non essere quello che tutti si aspettano. Rifiutare di trasformare ogni palco in un processo, ogni esibizione in un regolamento di conti. Dire: io vengo qui, ballo, e me ne vado. Il resto non mi interessa.

Zazzaroni, l'unico tra i giudici che sembra aver capito qualcosa, lo ammette molto lucidamente: "A Paolo Belli chiediamo di fare il concorrente, a te chiediamo di fare Barbara D'Urso". Svela il paradosso. C'è chi le chiede non di ballare bene, non di migliorare settimana dopo settimana. C'è chi le chiede di essere il personaggio, la maschera, l'icona. C'è chi le chiede un sacrificio sull'altare dell'audience. E Barbara, che di sacrifici ne ha fatti parecchi nella sua carriera, questa volta dice no.

Sapete qual è il vero coraggio? Fare il concorrente quando tutti ti vogliono show-woman. Ballare quando vorrebbero che tu litigassi. Rispondere con garbo quando ti provocano perché sanno che potresti incendiare lo studio in tre secondi netti.

Barbara D'Urso sta facendo esattamente quello che dovrebbe fare. E se questo non basta, il problema non è suo.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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