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Roberto Saviano ricorda Michela Murgia: “Immaginava i suoi funerali dicendo ‘cosa mi perderò'”

Ai funerali di Michela Murgia, lo scrittore ha ricordato la collega scomparsa il 10 agosto: “Voleva che questa giornata fosse per tutti, quelli che hanno percorso la sua strada, leggendola, ascoltandola”.
A cura di Andrea Parrella
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I funerali di Michela Murgia sono stati sintesi dell'affetto e la stima di cui la scrittrice godeva. Centinaia le persone presenti alla Chiesa degli Artisti a Roma per l'ultimo saluto, a due giorni dal decesso del 10 agosto. Presenti anche le persone più care alla scrittrice, intellettuali e amici cui si era molto legata negli ultimi anni tra cui Roberto Saviano, che Murgia aveva sostenuto nei momenti più difficili. Saviano ha parlato dell'amica durante la cerimonia, sottolineando la bellezza del clima respirato in questa celebrazione:

Michela voleva che questa giornata fosse per tutti, quelli che hanno percorso la sua strada, leggendola, ascoltandola. Mettere insieme tutti coloro che hanno avuto il suo sentire. Me lo aveva detto: "cosa mi perderò, immagina che gran casino di bene". E vedendo tutto l'amore che riempie questa chiesa, Michela aveva ragione. Aveva un talento magnifico che permetteva di ribaltare le cose, era questo che la rendeva così pericolosa ai poteri: sapeva mostrarti velocemente come dietro l'accusato ci fosse innocenza, come dietro un colpevole c'era una manipolazione del carnefice. Capivi con lei che l'ombra è data dalla luce, che non c'è abisso senza superficie. Il conforto non era edulcorare il dolora, ma indicare un sentiero che attraversa il dolore e ti permette di uscirne fuori. Scrivere era questo per lei.

Saviano ha parlato anche del rapporto con la scrittura della collega: "Per Michela era una gran fatica, anche se scriveva a velocità impressionante. Impiegava troppo tempo da sola, forse per questo le piaceva scrivere nei ristoranti e nei bar. Per Michela è la condivisione il senso di tutto, ma spesso per ottenerla devi passare dalla solitudine. Quando le cose non andavano ti diceva sempre di non stare solo: "vieni qui". Le scelte di Michela possono sintetizzarsi in questo non essere soli, non far sentire soli. Riconoscere le differenze è il primo atto per capire che non siamo soli". Quindi le parole sulla scelta di rendere pubblica la malattia che l'ha portata via, alcuni mesi fa:

Lo ha fatto per mostrare e difendere la dignità possibile, sempre. Diceva "il tuo valore non si esaurisce in quanto vieni pagato e così la malattia non ti fa smettere di essere quello che sei, anzi, la prospettiva della fine intensifica la possibilità di reinventare la vita". Perché ha reso pubblica la malattia? Per non sentirsi sola e non far stare solo chi vive nella stessa condizione.

Rilasciando alcune dichiarazioni a Fanpage.it, Roberto Saviano ha ribadito i concetti del discorso fatto in chiesa, spiegando come quello di Murgia sia stato un funerale politico: "Il rituale spesso rischia di disciplinare le emozioni, il sentimento e le parole. Nel caso di un funerale politico, si tratta di una funzione, con la sua omelia, il suo percorso, che mette al centro i valori della persona che si è spenta. Abbiamo ricordato tutte le infamie che giornali e siti infami hanno fatto a Michela, rendendole la vita impossibile come succede a chi si schiera contro di loro. La voce forte la pestano e questo andava detto, l'ho detto io dicendo che io e lei non ci siamo incontrati per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto". Ed ha aggiunto: "Non credevo di farcela perché è stato troppo complicato vivere questi anni e questi ultimi giorni di grandissimo dolore".

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