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Richard Gere: “Salvini? Lo incontrerei, ma impedì ai rifugiati di sbarcare ed è un atto criminale”

L’attore di Pretty Woman e American Gigolò parla di Matteo Salvini da un Festival in Sardegna: “Non ho problemi a incontrarlo, ma quando era ministro dell’Interno, impediva ai rifugiati di sbarcare ed è un atto criminale”.
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Chi è Richard Gere, oggi? L'attore risponde a questa domanda del Corriere della Sera mentre si trova in Sardegna, ospite del Filming Italy Sardegna Festival per presentare il film "Ti presento i suoceri", dal 9 luglio su Sky e NOW: "Sono sposato da dieci anni con Alejandra, abbiamo due figli di 3 e 4 anni, lei ha una figlia di 10 anni dal precedente matrimonio e io ho un figlio di 23. Siamo una grande famiglia. Sì, sono un uomo fortunato". Questo è il segreto di un grande attore che non ha mai amato il divismo e che anche per questo è voluto molto bene soprattutto qui in Italia. Lui è consapevole di quest'amore e lo ricambia: "Se hai fatto cose meravigliose vieni ricordato per sempre. In America, è diverso, ti dicono: ok, hai fatto Pretty Woman, ma domani cosa farai?"

Le parole di Richard Gere su Matteo Salvini

Richard Gere è un attore noto non soltanto per la sua incredibile arte e per il suo carisma, ma soprattutto per il suo impegno civile, sociale e politico. Ha dedicato un'intera vita nella difesa dei diritti umani, nella promozione dei valori universali, ha raccolto milioni di dollari per scopi umanitari. Nel 2014, si è finto un senzatetto per la promozione del film "Gli invisibili". La domanda su Matteo Salvini, con cui aveva avuto contrasti:

Io posso incontrare chiunque, non ho problemi. Una nuova legge in Italia, quando Salvini era ministro dell’Interno, impediva ai rifugiati di sbarcare. È un atto criminale. Com’è potuto accadere nell’Italia profondamente cristiana? Mi sono chiesto cosa potevo fare per i 147 migranti che nel 2019 sono rimasti 19 giorni sulla nave ormeggiata davanti a Lampedusa, dopo il divieto d’ingresso del governo italiano. Ho preso la decisione di portare acqua e cibo su una imbarcazione di gente che scappava, che ha preferito il rischio di morire annegata nel Mediterraneo per non tornare a casa e morire, per sopravvivere. Ho parlato con loro, li ho guardati negli occhi, li ho tenuti per mano, ho ascoltato le loro storie. L’Italia deve vedersela con l’Africa, la Germania con i rifugiati dei Balcani. L’Europa ha una responsabilità enorme nello sfruttamento di centinaia di anni. Oggi le stesse colpe le ha la Cina, paese dove non posso entrare per la mia vicinanza al Tibet.

Richard Gere si è già detto pronto a testimoniare al processo Open Arms. In quell'occasione, la provocazione di Matteo Salvini"Noi chiameremo Lino Banfi". 

Richard Gere e il buddhismo

Il rapporto con la vita dopo l'incontro con la religione: Richard Gere è buddhista sin da quando aveva 20 anni: "Non ha cambiato la mia carriera, mi ha fatto capire come dobbiamo rapportarci agli altri, mi ha fatto nascere domande spirituali: abbiamo tempo di pensare agli altri? Io non capisco nulla di tecnologia, però mi sembra che sia benzina per solitudine e alienazione".

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