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Paul Haggis torna libero, revocati i domiciliari dopo l’accusa di violenza sessuale

Paul Haggis torna libero dopo quasi due settimane di arresti domiciliari, a seguito dell’accusa di violenza sessuale ai danni di una donna inglese.
A cura di Ilaria Costabile
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Il regista e premio Oscar Paul Haggis è tornato in libertà, dopo gli arresti domiciliari decisi dal gp di Brindisi a seguito dell'accusa di violenza sessuale ai danni di una trentenne inglese. Il provvedimento era stato adottato per evitare che Haggis potesse reiterare il reato, ma dopo la richiesta di revoca presentata lo scorso 30 giugno dal legale del noto cineasta americano, a quest'ultimo è stata concessa nuovamente la libertà.

Le dichiarazioni del giudice dopo la revoca degli arresti

Secondo l'accusa i fatti si sarebbero verificati dal 12 al 15 giugno ad Ostuni, dove il regista avrebbe abusato ripetutamente della donna, ragion per cui erano stati dispostii domiciliari a partire dal 19 giugno. Il gip del tribunale di Brindisi, poi, riesaminata la causa e ascoltata la vittima, ha dichiarato che il racconto della 30enne "non solo ha confermato l'assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell'indagatoal fine di consumare gli atti sessuali, ma ha rivelato una complessa vicenda che sfuma l'originario giudizio espresso nella ordinanza" ovvero l' "incapacità di Haggis di resistere ai propri istinti sessuali". Il magistrato, proseguendo nella spiegazione che ha portato alla revoca degli arresti domiciliari, ha aggiunto

Le modalità di incontro tra indagato e persona offesa, la spontanea permanenza (della donna) presso la residenza dell'indagato anche successivamente agli abusi, i momenti di convivialità tra loro durante le giornate o l'ordinaria messaggistica dei propri impegni/spostamenti, le modalità di commiato adottate dalla persona offesa, sono espressione di una complessità di interazioni tra le parti che, anche laddove meritevole di approfondimento, allo stato affievolisce il giudizio negativo della personalità di Haggis quale soggetto incline a esercitare violenza, fisica o psichica, in danno di terzi.

Le accuse della donna

La donna avanzando l'accusa aveva dichiarato di essere stata costretta dal regista ad avere rapporti sessuali con lui, più e più volte durante i giorni trascorsi insieme e che il loro incontro non era avvenuto con lo specifico intento di approfondire, intimamente, la loro conoscenza. Il regista, inoltre, avrebbe accompagnato la donna in aeroporto, una volta concluso il loro soggiorno, senza tener conto delle sue condizioni precarie sia sul piano emotivo che fisico.

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