Nicole Rossi torna sul caso delle foto online: “Denunciate chi vi scheda sui siti per adulti senza consenso”

Nicole Rossi è tornata a parlare, dopo la lunga intervista a Fanpage.it, sul caso che l'ha riguardata: la pubblicazione a sua insaputa di sue foto in un forum per adulti. Attraverso una serie di storie Instagram pubblicate il 27 agosto 2025, l'influencer ha denunciato l'esistenza di un portale che scheda donne (famose e non), trasformando scatti innocenti in materiale per commenti espliciti.
La denuncia
"Fa sempre piacere il fatto che ci sia attenzione mediatica nei riguardi di queste vicende ma di questo forum ne parliamo da anni", ha spiegato Nicole Rossi nelle sue storie. Il meccanismo è tanto semplice quanto inquietante: fotografie rubate per strada, scatti dai social network o immagini di donne famose vengono caricate su piattaforme dedicate, dove migliaia di utenti le commentano con linguaggio sessualmente esplicito. La particolarità più disturbante di questo fenomeno è che "si muove in un confine labile fra la legalità e l'illegalità", come sottolinea la stessa Rossi. Le immagini pubblicate non violano tecnicamente le normative sulla privacy, ma il loro utilizzo in contesti non autorizzati dalla persona ritratta solleva questioni etiche profonde.
Un pericolo reale
"Ora sembra chiaro a tutti che moralmente prendere delle mie foto al mare o chissà dove e renderle un archivio dove la gente commenta le proprie sbor*ate o come mi prenderebbe da dietro, è sbagliato, fa schifo, è aberrante", ha dichiarato Nicole Rossi con forza nelle sue storie. Il problema non si limita alle celebrities. La influencer ha rivelato di essere stata "esposta a 200/300/400mila persone che (probabilmente) non sono nel mio target e che altrimenti non mi avrebbero mai cercata, mai infastidita, mai contattata".
La battaglia legale e i suoi limiti
Nonostante le denunce presentate dalle vittime, la chiusura definitiva di questi forum resta complessa. "Porteremo ulteriori documenti. Documenti che con imbarazzo dovremmo farci stampare in tipografia", ha spiegato Rossi, riferendosi alle prove necessarie per i procedimenti legali. Il sistema legale fatica a tenere il passo con queste nuove forme di violenza digitale. "Quindi sarà una procedura lenta che chi potrà (perché è un privilegio) proverà ad accelerare con un legale", ha aggiunto, sottolineando come l'accesso alla giustizia rimanga spesso una questione di risorse economiche.
Educazione come antidoto alla violenza digitale
Nelle sue riflessioni, Nicole Rossi va oltre la semplice denuncia e tocca un punto fondamentale: l'educazione. "La pornografia senza educazione vi ha resi complici della convinzione che tutti e tutte siamo lì per essere guardate e commentate", ha scritto, collegando questo fenomeno a dinamiche culturali più ampie. "Ogni femminicidio ha base in questa idea che noi siamo oggetto di qualcuno, mai soggetto", ha aggiunto, evidenziando come la violenza online sia spesso il preludio di violenze fisiche reali. Chiude con un appello alla responsabilità collettiva: "Serve educazione sessuoaffettiva".