
Nel 2017 la carriera televisiva di Mara Venier pareva destinata a un tramonto certo. Reduce da anni difficili, dal punto di vista emotivo e familiare, Venier era uscita malamente dalla Rai dopo essere stata un volto di punta del servizio pubblico. Come tante storie di personaggi televisivi, quella di Venier è fatta di saliscendi, moti alternati di popolarità e penombra.
Quello di quegli anni appariva come un declino apparentemente inesorabile e senza soluzioni, ma a porvi rimedio ci pensò Maria De Filippi, il cui ruolo di manovratrice della Tv le ha permesso di acquisire, nel corso degli anni, anche il potere di rivitalizzare volti storici, ormai fuori fuoco. De Filippi ricavò per Venier uno spazio importante nel progetto Tu sì que vales, una cura ricostituente che diede nuova linfa alla conduttrice aprendo al ruolo di opinionista all'Isola dei Famosi, alimentando e ingigantendo la narrazione di una cacciata dalla Rai immeritata.
Il ritorno di Mara Venier in Rai nel 2018
È da queste basi che nel 2018 nasce l'occasione della rivincita. "Io sono ancora qua" è l'ennesimo ritornello di Vasco Rossi rubato dalla Tv generalista, ma mai come nel caso del suo ritorno a Domenica In il motto è appropriato, perché quella di Venier assume i caratteri di una vera e propria rivalsa, quando nessuno se lo sarebbe aspettato. Nelle prime edizioni la conduttrice è tirata a lucido, impone al programma il suo stile scanzonato, quello della "caciara messa a sistema", la sensazione che non ci sia nulla di scritto e che quello di Mara Venier sia a tutti gli effetti il salotto televisivo più prossimo al salotto di casa.
Piaccia o non piaccia funziona, le danno ragione i numeri, ma anche la percezione e la reputazione, perché in quegli anni Venier diventa anche una sorta di ponte generazionale. Passa da lei un universo di nuovi nomi del mondo dello spettacolo – il caso di Achille Lauro è emblematico – che trova proprio nel contenitore di Domenica In un perfetto traduttore automatico per rivolgersi al pubblico di Rai1. Venier certifica così il suo ruolo di zia d'Italia proprio grazie a questa capacità di tracciare con quello stile di conduzione che mette a sistema l'imprevisto i confini di un territorio di dialogo con varie fasce anagrafiche. È come se la rottura con la Rai di alcuni anni prima fosse riuscita nel miracolo di conferire a Venier un'aura di novità che rende inedite e attese anche le interviste con Al Bano, come fosse la prima volta. Si aggiunge a questo anche il Covid, che certifica il ruolo di figura di garanzia di Mara Venier, quasi sempre in onda anche nel periodo del lockdown.
La saga degli addii a Domenica In mai confermati
La leggerezza magica di Domenica In pare inesauribile, ma tutti i meccanismi che funzionano, in televisione come nella vita, si usurano. Mara Venier, dal 2021, dà vita a un format: l'annuncio di addio a Domenica In puntualmente disatteso. Da quella stagione in poi la conduttrice preannuncia la fine del suo ruolo nel programma, per poi smentirla puntualmente l'anno successivo. Una ricorrenza puntuale che erode il suo impatto, parallelamente al riproporsi puntuale, ogni anno, dell'intervista con Al Bano che non è più una novità e che a un certo punto diventa parodia.
Il piccolo schermo è il territorio in cui bisogna saper dire basta al momento giusto ed è, soprattutto, un ambito in cui il confine tra il "vorrei facesse tutto lui/lei" e il "ma fa tutto lui/lei?" è sottilissimo e impercettibile. Venier, con i suoi annunci di ritiro poi ritirati, non ha saputo leggere questa regola e prevenirla.
Dal comunicato pro Israele alla vicenda di Gabriele Corsi
Gli ultimi due anni sono così segnati da vicende che hanno solo accelerato questo processo di erosione. Prima la tragica puntata sanremese del 2023, con il comunicato pro Israele letto in diretta e l'atteggiamento per le parole di Dargen D'Amico e Ghali; poi la vicenda di questa estate, con il caos sul cast della cinquantesima edizione di Domenica In, la rinuncia di Gabriele Corsi che era stato già annunciato al suo fianco dalla Rai e a quanto pare non era gradito a Venier, infine la formazione con Tommaso Cerno, Enzo Miccio e Teo Mammucari (esperimento quest'ultimo che è stato già limitato alla seconda puntata). L'evento di apertura della stagione in corso, il caso pastarelle con Meloni collegata a distanza che ha sollevato un mare di polemiche politiche, chiude il cerchio. Questi accadimenti hanno prodotto un ribaltamento
Gli ascolti di Domenica In della seconda puntata del 28 settembre, numeri intorno al 13% di share contro il 23% di Amici, non sono solo il frutto di un cast sgangherato e poco funzionale, ma il risultato del costante ripetersi del programma negli ultimi anni, figlio dell'incapacità di capire quando sia giusto dire basta. Dopo essere rinata, Venier sta rischiando di chiudere una grande carriera in modo inglorioso. Il tutto per un'ingordigia immotivata, un'incapacità di fare il passo indietro quando sarebbe stato opportuno.
