Lucia Goracci bloccata dai coloni in Cisgiordania, la Rai: “Pieno sostegno. Non eravamo informati dell’accaduto”

La Rai interviene su quanto accaduto a Lucia Goracci, la giornalista di Rai3 minacciata in Cisgiordania durante la diretta del Tg3. L'azienda ribadisce il sostegno all'inviata e al cameraman Ivo Bonato, pur sottolineando che di non essere mai stata informata dell'accaduto verificatosi martedì scorso.
Le parole di sostegno della Rai
In una nota diramata in queste ore dalla Rai, a seguito del racconto di Lucia Goracci, condiviso sui suoi profili social, l'azienda sottolinea l'importanza del lavoro giornalistico ringraziando l'inviata per la sua presenza e tenacia, promettendo maggior sicurezza per coloro che seguono il conflitto in Medio Oriente:
In riferimento a quanto rivelato dall’inviata in Medio Oriente Lucia Goracci, che ha raccontato in un post social delle minacce ricevute da lei e dall’operatore Ivo Bonato, martedì scorso – episodio non segnalato all'azienda – Rai ribadisce il pieno sostegno e l’apprezzamento per il lavoro svolto, insieme all’impegno affinché gli inviati possano continuare a raccontare il conflitto in Medio Oriente in condizioni di maggior sicurezza possibile.
L'attacco a Lucia Goracci in Cisgiordania
È stata proprio Goracci a raccontare cosa fosse accaduto qualche giorno prima, quando durante un diretta in Cisgiordania è stata interrotta da alcuni coloni che hanno iniziato ad infastidirla. Inizialmente i presenti si erano limitati a suonare insistentemente i clacson affinché la giornalista smettesse si parlare, dopodiché uno dei coloni ha bloccato la strada con il suo pick-up: "Ha cominciato a sgommare. Alla fondina aveva una pistola", racconta la giornalista. In seguito ha aggiunto ulteriori dettagli sul momento di tensione che lei e l'operatore Ivo Bonato hanno dovuto affrontare:
Oggi a Umm al Kheir ero a raccontare l’uccisione di Awdah Athaleen, da parte del più impunito dei coloni, Ynon Levi. Sulla strada, ormai soli fuori dal villaggio, durante una diretta siamo stati affrontati da un colono. Ci ha fotografato, ha verificato chi fossimo e ha cominciato a dirmi: tu sei appena stata nel villaggio palestinese.