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Lorella Cuccarini: “La Rai mi mise in panchina a inizio anni 2000, un affronto. A La Vita in Diretta un epilogo amaro”

Lorella Cuccarini ripercorre la sua carriera in un’intervista a Gente e parla del momento difficile vissuto a inizio anni Duemila, quando la Rai la mise in panchina. Sulla sua uscita più recente dal servizio pubblico: “Dopo La Vita in Diretta ho imparato a farmi portare dal vento”.
A cura di Andrea Parrella
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Lorella Cuccarini bacchetta la Rai e non dimentica. La conduttrice, che da diversi anni è volto fisso di Amici in qualità di docente, ha rilasciato un'intervista a Gente nella quale spende parole di rimprovero nei confronti dell'azienda di servizio pubblico, soprattutto per il trattamento riservatole a inizio anni Duemila: "Sono stata messa in panchina, per me è stato un affronto".

Il percorso di Cuccarini in Rai a inizio anni Duemila

Così Cuccarini, che torna a 25 anni fa e un momento della carriera molto particolare, in cui il suo ruolo da conduttrice prendeva forma, ma perse la centralità all'interno del panorama televisivo. Da Uno di Noi con Morandi e Cortellesi, al ritorno di Scommettiamo che… ? insieme a Marco Columbro, ma senza il brio delle prime edizione, Cuccarini parla in effetti di anni complessi, in cui era difficile capire quale direzione stesse prendendo la stessa Tv.

Il caso La Vita in Diretta e lo scontro con Matano

D'altronde la sua carriera è stata segnata da diverse curve a gomito, cambi improvvisi, ma anche ritorni, anche in Rai. L'ultima esperienza è stata quella de La Vita in Diretta con Alberto Matano, che si chiude con un'uscita burrascosa, in polemica con il programma e lo stesso Matano: "Un epilogo amaro, ho imparato a farmi portare dal vento".

Oggi Lorella Cuccarini si racconta però in pace, focalizzata sull'impegno grosso di Amici, che di fatto la obbliga per l'intera stagione: "Mi sta regalando emozioni e sorprese". Un rapporto, quello con Maria De Filippi, che le ha dato appunto la possibilità di ripartire dopo l'uscita improvvisa dalla Rai. La conduttrice accusò l'allora collega e compagno di lavoro Alberto Matano di aver tessuto trame contro di lei e alle sue spalle, mentre si fingeva suo amico. Matano era stato anche accusato di maschilismo, cosa alla quale rispose così in un'intervista: "Non ho fatto altro che fare il giornalista. Questo sì, l’ho fatto. Se vuol dire mancare di rispetto a qualcuno, allora mi arrendo. Di tutte le cose che si poteva inventare è la più surreale".

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