video suggerito
video suggerito

La storia di Achille Costacurta: cosa è successo al figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta

La storia di Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta: dall’arresto a 15 anni al tentato suicidio, dai 7 TSO alla serenità ritrovata a 21 anni grazie al periodo passato in una clinica in Svizzera.
A cura di Elisabetta Murina
76 CONDIVISIONI
Immagine

Achille Costacurta è l'unico figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta. Ha 21 anni e di recente ha raccontato pubblicamente gli anni più bui e difficili della sua adolescenza: a 15 anni è stato arrestato e poco dopo ha tentato di togliersi la vita nel centro penale in cui si trovava, è stato sottoposto a 7 trattamenti sanitari obbligatori (TSO) e in più occasioni ha chiesto di morire. Oggi, dopo alcuni mesi passati in una clinica in Svizzera, è rinato ed è una persona diversa. Ecco tutte le tappe della sua storia e il rapporto con i genitori.

L’arresto a 15 anni e il tentato suicidio

Ospite del podcast One More Time, Achille Costacurta ha parlato degli anni difficili della sua adolescenza. A 15 anni e mezzo, come ha raccontato, è stato arrestato: "Ho fatto il mio sedicesimo compleanno in questo centro penale a Parma". Sarebbe dovuto rimanere all'interno della struttura per circa due anni, fino al compimento dei 18, ma il suo percorso si è interrotto quando ha tentato il suicidio: "Un giorno non ce la faccio più. Entro in infermieria, prendo tutto il metadone che c'era, mi chiudo in bagno e lo bevo tutto. Volevo suicidarmi. Arrivano i pompieri e sfondano la porta. Nessun medico riesce a spiegarsi come io sia ancora vivo".

L’uso di stupefacenti: “Ho provato tutto tranne l'eroina”

Achille Costacurta non ha mai nascosto di aver fatto uso di sostanze fin da quando era solo all'inizio dell'adolescenza. "Ho iniziato a fumare canne quando avevo 13 anni", ha spiegato ai microfoni di Luca Casadei. Nel corso degli anni, poi, ha provato anche "altro", come la mescalina. La prima volta con questo potente allucinogeno è stato durante un viaggio in Colombia, poi l'uso è diventato sempre più frequente, fino a una vera e propria dipendenza. Già in passato aveva raccontato di aver "provato tutto" tranne l'eroina. Oggi, dopo i mesi passati in una clinica in Svizzera, ha preso le distanze dal mondo della droga e degli stupefacenti.

I 7 TSO e la richiesta di eutanasia

Tra i 18 e i 19 anni Achille Costacurta ha raccontato di essere stato sottoposto a un totale di 7 trattamenti sanitari obbligatori (TSO). In diverse occasioni sono stati i genitori a chiamare l'ambulanza e a far partire la procedura per il trattamento, fino al ricovero. Costacurta ha spiegato di aver più volte chiesto di morire perché era arrivato a un punto della sua vita in cui non provava più nessun tipo di emozione: "Una volta mi hanno fatto anche un Depot, che mi ha portato a una depressione di 9 mesi. Non provavo più emozioni, non uscivo di casa, ero un vegetale. Tutti i giorni chiedevo di andare a fare l'eutanasia". 

Il ricovero in Svizzera e la diagnosi di ADHD

Nell'ultimo anno Achille Costacurta è stato ricoverato in una clinica in Svizzera. Un periodo durato circa 50 giorni, come lui stesso ha raccontato, che l'ha aiutato a rinascere e a lasciarsi alle spalle i momenti più bui degli ultimi anni: "In Svizzera mi hanno fatto cambiare vita. Grazie a loro non mi drogo più, non fumo più le canne e bevo poco o niente. Mi hanno fatto capire le cose importanti". Lo scorso maggio è uscito dalla struttura e oggi ha ritrovato il suo equilibrio. Sempre in Svizzera, ha ricevuto per la prima volta la diagnosi di ADHD, disturbo da deficit di attenzione e iperattività: "Loro avevano capito già tutto senza fare i test, mi hanno detto ‘tu volevi autocurarti con la droga'.

I rapporti con la mamma e il padre

Anche nei momenti più bui, Achille Costacurta ha sempre descritto i suoi genitori Martina Colombari e Billy Costacurta come presenti nei suoi confronti. "Mio padre mi veniva a prendere a scuola, anche mia madre. Se uno era via, c'era l'altro", ha spiegato a proposito degli anni dell'infanzia. Negli anni in cui invece è stato ricoverato ha visto più volte sua madre piangere, nonostante tentasse di nascondere il dolore quando lo andava a trovare. "Io chiamai l'ambulanza per il Tso, ma il fatto che uscisse dalla sua voce, come lo raccontava in maniera lucida. Avrei voluto soffrire io al posto suo", ha raccontato di recente Colombari a Ballando con le Stelle. Il padre, invece, lo ha visto piangere una sola volta quando "mi hanno portato via la prima volta". 

76 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views