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Giornalista americana annuncia la transizione durante il Tg: “Non mi riconoscevo più in chi vedevo”

La giornalista ha annunciato in Tv la sua decisione di indossare abiti da donna, raccontando la sua storia proprio nel giorno in cui ha fatto ufficiale richiesta di cambiare dona.
A cura di Andrea Parrella
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La giornalista americana Nora J.S. Reichardt ha annunciato questa settimana in diretta che d’ora in poi si identificherà come una donna transgender. Da luglio 2021 la giornalista che lavora nello stato dell'Iowa, si firma con il suo nome femminile per i suoi servizi ed interventi sull'emittente Local 5 news WOI-TV.

In un'intervista di cui è stata protagonista, la giornalista ha raccontato il suo percorso di transizione prima di tutto di tipo psicologico, spiegando che per molto tempo non pensava di poter rivelare pubblicamente la sua identità in onda. A distanza di poco più di un anno, invece, la giornalista ha deciso di annunciare proprio durante l'emissione del telegiornale la sua decisione nello stesso giorno in cui ha chiesto ufficialmente il cambio di nome ai tribunali dell'Iowa.

La richiesta definitiva del cambio di nome è stata mostrata proprio come parte del servizio in questione, realizzata in casa sua, al computer: "Ero una persona in cui non riuscivo a riconoscermi – ha spiegato la giornalista – Non riuscivo a vedermi dentro pantaloni e camicie abbottonate. Un po' dopo aver iniziato ad andare in onda, ho raggiunto un punto di rottura personale in cui ho pensato: “perché non mi piace la persona che vedo ogni volta che vado in video? Perché non mi connetto con quella persona? Perché non voglio essere quella persona?”.

Il momento di svolta dal punto di vista legale è dunque arrivato, mentre quello effettivo di transizione si chiuderà nei prossimi mesi, dopo essere iniziato nel 2021. La storia di Reichardt trova terreno fertile in uno stato che ha una storia piuttosto precoce in fatto di progressismo. In Iowa, ad esempio, il matrimonio egualitario è stato introdotto a seguito di una sentenza della Corte Suprema statale del 2009, cinque anni dopo il primo a farlo, il Massachussets, ma alcuni anni prima che ciò accadesse in molti altri stati, molti dei quali interessati da questo processo solo in seguito a una decisione della Corte Suprema del 2015 che ha riconosciuto il diritto costituzionale al matrimonio delle persone gay e lesbiche.

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