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Francesca Polizzi ex di Uomini e Donne: “Ho denunciato delle violenze. Risposta scoraggiante dalle autorità”

L’ex corteggiatrice di Gianmarco Steri a Uomini e Donne Francesca Polizzi ha rotto il silenzio su una vicenda che ogni giorno le toglie serenità. Vittima di attacchi da una persona conosciuta durante l’infanzia, ha raccolto prove e si è rivolta alle autorità per denunciare: “La risposta è stata scoraggiante”.
A cura di Gaia Martino
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Francesca Polizzi, ex corteggiatrice di Gianmarco Steri a Uomini e Donne, ha rivelato in alcune IG story di essere vittima di una persona, "che conosco dai tempi dell'infanzia, superficialmente", che ha costruito "una rete di bugie, insinuazioni e cattiverie gratuite pubblicamente". La giovane ha cercato aiuto dalle autorità la cui "risposta è stata scoraggiante". Nonostante il disagio, ha deciso di raccontare cosa sta vivendo: "È una forma di violenza, andrebbe riconosciuta e fermata".

Lo sfogo di Francesca Polizzi

"Ho cercato di restare in silenzio. Di ignorare. Di essere la persona matura che tanti si aspettano. Ho fatto finta di niente, anche quando dentro di me cresceva il disagio. Ma oggi, che dovrebbe essere una giornata da dedicare a chi ci vuole bene, mi trovo ancora a leggere parole d’odio": così comincia il lungo sfogo di Francesca Polizzi che sui social, in alcune IG story, ha rivelato di essere vittima di una persona che la minaccia.

Non ce la faccio più a tacere. Da mesi subisco attacchi, offese, minacce e vere e proprie diffamazioni da parte di una persona che conosco solo superficialmente. La nostra conoscenza risale all’infanzia, ma non c’è mai stato un vero rapporto. Solo qualche saluto, per educazione. Perché mia madre mi ha insegnato così: a essere gentile, a trattare tutti con rispetto.

La giovane ha spiegato che quando "ho scelto di prendere le distanze, quella persona ha iniziato a costruire attorno a me una rete di bugie, insinuazioni e cattiverie gratuite pubblicamente". Ha così deciso di denunciare, ma le autorità non le hanno dato aiuto: "Ho raccolto prove e mi sono rivolta alle autorità. Ma, come spesso accade, la risposta è stata scoraggiante. Ricordo ancora le parole sentite in questura: "Beh, quando verrà sotto casa tua chiamaci", ha continuato.

"Come ogni forma di violenza, va riconosciuta e fermata"

Ha deciso di non rendere pubblico il nome della persone che la importuna – "Vi dico solo che inizia per R, se dovesse contattarvi diffamandomi (visto che siamo arrivati a questo punto)", ha scritto – ma, così come continua lo sfogo, ha preferito rompere il silenzio e smettere di subire.

Non voglio più vergognarmi di dire ad alta voce che sto subendo qualcosa di profondamente sbagliato. Non voglio più fare finta di niente, non voglio più minimizzare, restare zitta, farmi andar bene tutto solo per "mantenere la calma". Sono stanca. Stanca di subire in silenzio, di convivere con la paura e con il peso dell’ingiustizia.

Così ha concluso: "Questo è un tipo di violenza. È una forma sottile, continua, logorante. Non lascia lividi visibili, ma colpisce ogni giorno, minando la serenità, la dignità, il senso di sicurezza. E come ogni forma di violenza, va riconosciuta e fermata. Esporsi sui social non significa dover accettare passivamente ciò".

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