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Amianto alla Rai di Napoli, la denuncia della famiglia di Pasquale Russo, morto per mesotelioma

A seguito delle vicende Di Mare e Sodkiewicz, la storia di Pasquale Russo, morto nel 2020 affetto da mesotelioma. La figlia racconta: “Non aveva ricevuto alcuna informazione preventiva sulla pericolosità dell’amianto, né su eventuali problemi di salute correlati”.
A cura di Andrea Parrella
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La presunta presenza di amianto nelle sedi Rai continua ad essere un tema, soprattutto dopo il clamore suscitato dalla morte di di Mariusz Marian Sodkiewicz e il caso Di Mare. In queste ore l'Osservatorio Nazionale Amianto ha segnalato una nuova denuncia di una parente di un ex dipendente Rai di Napoli, Pasquale Russo, altra vittima del mesotelioma.

"L'amianto è un killer che uccide in modo ‘democratico', non guarda in faccia a nessuno", aveva detto in un'intervista a Fanpage.it Ezio Bonanni, denunciando il rischio di altri casi come effetto di quel clamore che lui ha definito inutile se non porterà concretamente a dei provvedimenti. A parlare adesso è Lucia, figlia di Pasquale Russo, dipendente della sede RAI di Napoli per 30 anni (dal 1977 al 2007, data del pensionamento), deceduto il 31 agosto 2020 all’età di 76 anni per un mesotelioma pleurico. Ha deciso di rivelare solo ora la storia del suo papà, che aveva lavorato per programmi come “Avanspettacolo”, “Domenica In”, “Sotto le stelle”, “Furore”, “Blu Notte”, “Un posto al Sole” e tanti altri.

Lo ha fatto proprio a seguito del dibattito montato per le parole di Franco Di Mare in TV da Fabio Fazio. "Papà nel corso delle sue mansioni non aveva ricevuto alcuna informazione preventiva sulla sua pericolosità, né su eventuali problemi di salute correlati”, spiega Lucia, che aggiunge alcuni dettagli rispetto alle condizioni di lavoro derivanti dai racconti del padre: "Quando gli chiedemmo come fosse possibile che avesse dell’amianto nei polmoni, ci stupì dicendo che in Rai, oltre ad essere stato presente in parte della struttura, poi bonificata, per alcuni anni veniva utilizzato spesso dai costruttori, finché non fu smaltito completamente, ci raccontò, ad esempio, che si usavano i fogli di amianto nella costruzione di camini da scena, oppure per tagliare le vie di fuga".

Nella denuncia/querela presentata il 23 dicembre 2023 dalla vedova Assunta Atardo, si legge che il pericoloso minerale "fu utilizzato anche dopo l’entrata in vigore della L. 257/92". Allora Pasquale Russo prestava servizio come "capo operaio costruttori, in falegnameria ed in parte negli studi televisivi per montaggio e smontaggio e relative alla realizzazione di costruzioni scenografiche per produzioni in studio ed esterno".

Tra le richieste al Procuratore della Repubblica di Napoli evidenziate nell’atto quella di "identificare i responsabili dell'esposizione ad amianto del congiunto, iscriverli nel registro degli indagati e di avviare un procedimento penale", e che di attivare "una verifica su base epidemiologica dell’impatto dell’uso dell’amianto nella RAI (in tutte le sue sedi) tra i dipendenti e collaboratori".

Nel racconto che Lucia fa della vicenda di suo padre spiega che a maggio 2020, iniziava a mostrare i primi sintomi di spossatezza, fastidi allo stomaco e qualche colpo di tosse, a luglio gli fu diagnosticato un mesotelioma. Dopo pochi mesi, consapevole del fatto che non gli restasse molto tempo da vivere: "ci ringraziò per tutto ciò che avevamo fatto e chiese di essere accompagnato con la terapia del dolore. Morì il 31 agosto 2020". L‘origine professionale della malattia dell’uomo è stata riconosciuta da INAIL solo il 18 febbraio 2022. Commenta Ezio Bonanni:

È quanto mai opportuno e doveroso che, oltre a risarcire le vittime senza ulteriori ritardi, la RAI valuti di sottoporre a sorveglianza sanitaria tutti i dipendenti che possono essere stati esposti all’amianto e porti a termine le bonifiche.

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