Alessandro Cecchi Paone: “Sono un maestro massone ed è bellissimo, uso anche il cappuccio”
Alessandro Cecchi Paone ha rivelato di essere nella massoneria. Ospite del podcast "2046" di Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli, il giornalista e conduttore, politico e attivista per i diritti civili, ha detto di aver ereditato questa partecipazione dalla famiglia: "Sono un massone del massimo grado, sono anche un maestro architetto del rito simbolico. Il cappuccio? Lo usiamo". E ha spiegato perché.
La rivelazione di Alessandro Cecchi Paone
Alessandro Cecchi Paone, davanti ai conduttori rimasti sorpresi e all'altro ospite Enrico Ruggeri, ha aggiunto che essere un massone fa parte della storia della sua famiglia. Il giornalista ha specificato che si può essere cattolici oppure atei, appartenere ad altre credenze, ma essere massoni significa soprattutto credere nella libertà, nell'uguaglianza e nella fraternità.
Io sono un massone del massimo grado, io sono un maestro massone, e in più sono un maestro architetto del rito simbolico che è un'ulteriore crescita di grado di potenza massonica. E questo è nella storia della mia famiglia. Perché tu puoi essere cattolico, puoi essere ateo, puoi essere tante cose. Se sei massone credi nella libertà, nell'uguaglianza, nella fraternità, nel progresso, nei diritti umani, nei diritti civili. In Italia la massoneria è stata fondata da Mazzini e Garibaldi, credo di non dover dire altro. Sono massone e sono orgoglioso di esserlo e non mi nascondo.
"Usiamo il cappuccio nel rito con un profano"
La reazione di Marco Mazzoli e Fabio Rovazzi alle parole di Alessandro Cecchi Paone è incredibile: "Uno si immagina i massoni che fanno i sacrifici con il cappuccio". Cecchi Paone, però, rivela: "Il cappuccio ce l'abbiamo in alcuni casi ma non facciamo sacrifici". E spiega l'utilizzo del cappuccio: "Per non farci riconoscere. In certe fasi non possiamo dire tutto. Se arriva un profano, come in questo caso siete voi – e non è un'offesa – prima che il profano si confermi massone e venga accettato non deve sapere chi sono gli altri. Ma poi a un certo punto c'è un bellissimo gesto, quando finisce il rito di iniziazione noi facciamo tutti insieme 1-2-3, via il cappuccio. Ed escono le facce”.