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Alessandro Borghi sta con Elio Germano: “Nessuno parla meglio di lui, sconvolgente quanto successo col ministro Giuli”

Alessandro Borghi parla di quanto accaduto tra Elio Germano e il ministro della Cultura ai David di Donatello. Borghi è tuttavia ottimista: “Ho l’impressione che dopo quel punto di rottura ci sarà un dialogo”.
A cura di Andrea Parrella
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Alessandro Borghi sta dalla parte di Elio Germano. Nei giorni più caldi per il cinema italiano, che aspetta di vedere sbloccata la situazione della riforma del Tax Credit per uscire dalla situazione di immobilismo in cui versa il sistema cinema in Italia in questo momento, l'attore ha parlato da Cannes delle parole del collega ai David di Donatello, in aperta protesta con le istituzioni e alle quali è seguito un botta e risposta con il ministro Giuli.

Alessandro Borghi difende Elio Germano

Borghi, presente a Cannes con il nuovo film western ‘Testa o croce', ha parlato a La Repubblica della vicenda Germano-Giuli: "Quello che è successo l'ho trovato abbastanza sconvolgente, perché penso he nessuno parli meglio di Elio Germano in questo paese". Germano aveva sottolineato dal palco dei David le problematiche legate alla riforma del Tax Credit per il cinema e lo stallo in cui il sistema versa in questo momento, da cui è scaturita anche una mozione in parlamento del Movimento 5 Stelle, firmata da Giuseppe Conte, di cui aveva parlato a Fanpage Gaetano Amato, deputato Cinque Stelle e attore di esperienza. Borghi ha proseguito così:

Dopo le sue parole nessuno si aspettava una risposta così strana dall'altra parte. Però ho l'impressione che dopo quel punto di rottura ci sarà un dialogo. Qui salta un film al mese, la situazione è molto complicata.

Alessandro Borghi ha quindi aggiunto di non aver parlato con Germano negli ultimi giorni: "Non l'ho sentito, ma mi sento dirgli ‘meno male che ci sei te a parlare anche per noi'".

Le parole di Elio Germano ai David

Le parole di Germano ai David erano state inequivocabili: "Il cinema è davvero in crisi e riteniamo che il ministero della Cultura abbia una grossa responsabilità in questo. Sentirci dire che tutto va bene, e per di più in un modo così bizzarro, è stato per me molto fastidioso". Quindi aveva aggiunto: "Piuttosto che piazzare i loro uomini come fanno i clan nei posti chiave, si preoccupassero davvero di fare il bene della nostra comunità mettendo le persone competente nei posti giusti e incontrando i rappresentanti di categoria per risolvere davvero i problemi".

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