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Tommaso Zorzi: “Datemi il tempo di diventare un conduttore, i flop li lascio alle cattive analisi”

Il volto di punta del mondo Discovery si racconta a Fanpage.it sul divano della sua casa milanese. Dalla vita privata con Tommaso Stanzani alle critiche ricevute sul Web: “Sono un flop? Datemi il tempo di diventare un conduttore”. Un’analisi a tutto tondo sul Grande Fratello Vip, Drag Race e Tailor Made, ma anche il ritratto di un 27enne che coltiva un sogno diventato in parte realtà.
A cura di Andrea Conti
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Tommaso Zorzi torna a ricoprire il ruolo di giudice a Drag Race Italia per il secondo anno consecutivo, insieme a Chiara Francini e Priscilla. Le drag queen di quest'anno (quasi tutte provenienti dal Centro-Sud Italia) si sfideranno nelle nuove puntate, disponibili sulla piattaforma discovery+. Zorzi ha condotto, sempre per discovery+ e poi con le puntate andate in onda in chiaro su Real Time, Questa è la mia casa e Tailor Made.

È il volto di punta della Rete e promette che si cimenterà “in nuove avventure televisive” nelle prossime settimane. A Fanpage.it Tommaso Zorzi ha commentato anche il Governo Meloni, i diritti della comunità LGBTQ+, l'ultima edizione del Grande Fratello Vip e l'allontanamento dalle luci dei riflettori della sua relazione con il ballerino e cantante Tommaso Stanzani.

Drag Race Italia è giunto alla seconda stagione. Qual è la parola chiave di quest'anno?

Talento. Abbiamo focalizzato la narrativa sulle ragazze che sanno fare tante cose ed essendo artiste complete, credo sia giusto mettere in luce queste qualità, oltre alla parte divertente, auto-ironica, dissacrante che è la spina dorsale di una drag queen. Sono sicuro che sarà un prodotto di qualità quest'anno. Non che lo scorso anno non lo fosse, ma bisogna evolversi sempre.

Lo scorso anno ci sono stati momenti di tensione, su tutti l'eliminazione di Enorma Jean. Con il senno di poi si sarebbe potuto evitare?

Io lo avrei evitato. In quella puntata non mi sono espresso per nulla perché non ero d'accordo. Però se tre giudici, due erano d'accordo e uno no… Ubi maior.

“Non sono una signora” su Rai2 con Alba Parietti vedrà i vip in versione drag. Secondo te, uno show così può vanificare il messaggio di Drag Race?

Non sono in competizione con questo programma. Se si parla di inclusività e poi ci facciamo la lotta, portando la tesi che noi dobbiamo essere l'unico programma che tratta il tema delle drag queen, si va contro quello che è poi l'obiettivo finale. Detto questo, ognuno poi è responsabile di come le rappresenta, c'è modo e modo di ridere con o delle drag queen. Personalmente credo ci siano i presupposti perché sia un buon programma.

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Sei attivista, in prima linea per la difesa dei diritti LGBTQ+. Il Governo Meloni non avrà in programma alcuna legge contro l'omofobia né sui diritti. Cosa si può fare?

Bisogna continuare a parlarne e tenere acceso il dibattito. Uno dei problemi che c'è stato dietro la discussione del Ddl Zan è che si è parlato tanto del tema, ma non lo si è affrontato in modo corretto. Bisogna parlare con le giuste persone di questi temi perché non devono finire nel dimenticatoio. La propaganda non porta mai a risultati, perché poi si può star sul ca**o.

“Sapete chi è una donna, è una madre ed è cristiana? Ci pensavo ora: Annamaria Franzoni”, la tua frase sulla Meloni ha scatenato polemiche. Cosa intendevi dire?

Una persona che si prodiga di essere donna, madre e cristiana, come se fosse simbolo di essere una brava persona, non lo è. Io non è che salgo sul palco e dico: sono Tommaso, sono omosessuale e voglio adottare un bambino, come se potessi essere un baluardo di una persona perbene. Quindi volevo solo dire che ci sono anche donne, madri e cristiane che hanno fatto quello che hanno fatto…

Dopo il Grande Fratello Vip la tua vita è cambiata. Cosa hai perso per strada e cosa hai guadagnato?

Ho perso la spontaneità che avevo prima di non farmi troppi scrupoli nel dire tutto quello che penso. Quando faccio delle dichiarazioni volutamente provocatorie, mi preparo e sono più consapevole. Quello che ho guadagnato è proprio questo: un po' di coscienza.

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Quest'anno al GFVip ha tenuto banco il caso Bellavia e il tema della salute mentale. Cosa avresti fatto in quel contesto?

Col senno di poi siamo tutti bravi a dire che sarei stato lì il primo ad aiutarlo. Probabilmente lo avrei fatto perché sono sensibile al tema e anche io al Grande Fratello ho sofferto di ansia, empatizzo con chi ha questo tipo di bisogno e si sente solo. È difficile però pensare che le persone in generale abbiano gli strumenti per gestire una situazione del genere.

Si parla molto del rapporto tra Alberto ed Edoardo. C'è chi l'ha paragonato al tuo con Francesco Oppini. Sei d'accordo?

No. È totalmente diverso. La mia cotta per Oppini è durata molto più tempo ed è stata molto più pudica, l'ho tenuta per me ed è stata più sofferta. Loro sono più fortunati perché la vivono in maniera leggera, io mi torcevo dal dolore nella solitudine della camera, ero più teatrale.

Come mai non hai cavalcato l'onda Mediaset e hai preferito Discovery?

La generalista, non solo Mediaset, ha poco spazio per i giovani anche perché il pubblico di riferimento non lo è. Per forza di cose cercano personaggi che rispecchino il loro pubblico. In Discovery c'è un ambiente più giovane e investono di più sui giovani: mi hanno dato l'opportunità di ricoprire dei ruoli impensabili da trovare in una generalista. Collaboro con loro da un paio d'anni e mi hanno dato due conduzioni e due stagioni di Drag Race Italia come giudice. Trovamelo un contratto così in Rai e io lo firmo.

“Tailor Made” su Real Time ha totalizzato fino a 1.1% di share. Cosa non ha convinto, secondo te?

Sono programmi che nascono per creare abbonati sulla piattaforma. Le prime due puntate andate in onda in chiaro su Real Time sono andate bene, la gente poi è andata su discovery+ per vedere le altre puntate. Ed è inevitabile che lo share delle altre puntate cali. Chi dice che io faccio un flop pecca di cattiva analisi. La Rete è contenta e faremo altri progetti assieme. Io quando mi rivedo in ‘Tailor Made' mi trovo bravo e mi basta. Oddio l'ego! (scoppia a ridere, ndr).

Il tuo late show sul Grande Fratello su Mediaset Extra ebbe successo. Non hai più pensato di rifarlo?

Lì ho letto anche che quando ebbe successo quel late show era merito degli altri, quando va male qualcosa invece è sempre colpa mia. Questa cosa mi fa ridere. Ho 27 anni, sono il conduttore più giovane in una Rete generalista dove forse il più giovane ne ha dieci più di me. Mi volete dar tempo? Poi tra dieci anni ci sediamo e parliamo di tutto quello che ho fatto. Adesso mi sembra un po' presto.

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A proposito di “giovani” che ne pensi della sfida di Cattelan su Rai2?

Ma lui è bravissimo. Sta facendo una cosa nuova per Rai2: un late show di stampo molto americano, per quanto Rai2 stia facendo passi da gigante e stia creando una scuderia di giovani. Anche Stefano De Martino sta andando bene. Io sono felice quando vedo questi risultati per gli altri.

Il tuo rapporto con Tommaso Stanzani oggi è tutelato dalla privacy, dopo un periodo passato sotto i riflettori. Come mai?

Vorrei che parlasse il lavoro e non la vita privata, che deve rimanere privata. Altrimenti diventa una relazione a tre con il pubblico, al quale devi sempre rendere conto. Ci sarà sempre quello che non crede a quello che dici, c'è chi parla di congettura, quello che comunque ti farà rodere il culo quando leggi dei commenti. A prescindere da come va la relazione, dare conto a un terzo non è giusto, c'è anche l'arroganza di chi pretende di sapere gli affari tuoi e non esiste.

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Come fai a farti scivolare di dosso i commenti degli haters?

Quello che ho imparato è che è tutto virtuale e che se non le leggi certe cose non esistono nella vita vera. È tutta roba che rimane lì. Quando leggo cose false e proprio cattive, più che altro mi spiace per chi le ha scritte.

Quanto ha inciso Milano nella tua vita?

È una città che ti dà tanto, ma ti toglie tanto. È una città che ti porta ad essere esaurito e già lo sono abbastanza di mio, quindi questo connubio, a volte, è letale. Mi ha portato a soffrire d'ansia, ad affrontare un percorso di psicoterapia, ho dovuto prendere degli psicofarmaci. Ho anche pensato ‘se mollassi tutto e me ne andassi altrove'? Probabilmente starei peggio. Mi rinchiuderebbero in un centro direttamente.

Se non riuscissi nella conduzione, quale sarebbe il tuo piano B?

Non c'è piano B c'è solo il piano A (ride e fa gli scongiuri, ndr). Non so fare nient'altro.

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