Piero Chiambretti: “Non ho mai chiesto chi fosse mio padre. Ho sempre fatto quello che sentivo grazie a mia madre”

Piero Chiambretti ha attraversato anni di televisione, imprimendo il suo modo di vedere le cose, provando anche a cambiarle quando ha potuto, lo ha fatto anche di recente con Donne sull'orlo di una crisi di nervi su Rai3, in prima serata. Il conduttore si è raccontato in un'intervista in cui ha parlato di sé, del suo passato e di quel successo che ha ottenuto non tanto perché l'ha perseguito, ma perché ha cercato di essere sempre fedele a sé stesso.
Piero Chiambretti racconta la sua infanzia
Alla domanda su quale sia il suo talento, Piero Chiambretti risponde dicendo: "Scrivere cose che piacciono a me e che posso interpretare io. Non sono bravo a fare nient’altro". A Vanity Fair il conduttore racconta la sua infanzia dettata dal fatto di non aver mai avuto un padre, qualcosa che gli è pesato, ma di cui non ha mai voluto sapere nulla: "Non ho mai chiesto niente e nulla mi è mai stato detto". Poi ha continuato:
Ho avuto un’educazione particolare perché i miei amici erano della più cruda periferia e mia madre, santissima donna, scomparsa a causa del Covid cinque anni fa, era l’unica a gestirmi. Le tate e le nonne non c’erano, quindi era obbligata a mandarmi alle scuole private: studiavo con i più ricchi e mi divertivo con i più poveri. Questa doppia partita Iva mi ha permesso di capire come si sta in società, ma anche come si gioca a pallone con una sfera di carta. Negli anni della mia infanzia il fatto di non essere riconosciuto da un padre è stato un vero e proprio buco nero perché, pur di non chiedere a mia madre come erano andate realmente le cose, spesso mi inventavo un padre che non c’era. Quando i miei amici venivano e trovarmi e mi chiedevano perché in bagno non ci fosse un rasoio inventavo che, dietro allo sgabuzzino, c’era un’altra zona dell’appartamento dedicata alle stanze di mio padre. Non era vero: dietro alla porta c’era solo una scopa
Chiambretti ha pensato più volte a come sarebbe stata la sua vita se avesse conosciuto suo padre: "Se avessi avuto un padre, magari autoritario e desideroso come quasi tutti i padri dell’epoca di spedire il figlio o in banca o alla Fiat, probabilmente non avrei avuto la libertà di provare a fare il mio lavoro senza la garanzia di arrivare". Il conduttore, infatti, ammette di aver avuto il supporto necessario da sua madre, scomparsa a causa del Covid 5 anni fa: "Andavo avanti senza una lira e con una madre che non spingeva affinché trovassi il posto fisso. Diceva solo: fai quello che senti di dover fare".
La prima cosa fatta quando ha avuto successo
Negli anni quello che sentiva di dover fare l'ha fatto e quando, per la prima volta, ha pensato di aver raggiunto un certo successo c'è stata una cosa che ha fatto pensando a sua madre: "L’ho fatta licenziare dall’ufficio in cui ha lavorato per 35 anni e le ho comprato una casa che le ha permesso di fare tutte le cose che non aveva potuto fare per mantenere un figlio in una società ottusa, regolata sui silenzi, sul peccato e la vergogna di essere sola". La notorietà è arrivata sebbene non l'abbia mai rincorsa davvero:
Non sono mai andato alla ricerca del successo. Volevo piacere attraverso pensieri che fossero i miei e che fossero condivisi, quello sì. Ero partito per fare qualcosa che mi piacesse. Sono andato avanti per anni lavorando per le navi, le radio locali, le cantine. Nel momento in cui sono riuscito a diventare un professionista non ho mai più chiesto nulla.