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Osvaldo Paterlini: “Mike Bongiorno mi chiamava Il Signor Berti, ma io mi sono preso cura di Orietta”

Osvaldo Paterlini al settimanale Chi ha raccontato dell’amore che lo lega alla moglie Orietta Berti: insieme da oltre 57 anni, “lei è ancora la mia bambina”. “Una volta Mike Bongiorno mi chiamò “Il signor Berti”, che importa? Non sono mica meno uomo se è lei la primadonna. Con lei sono padre e marito”.
A cura di Gaia Martino
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Osvaldo Paterlini è l'adorato marito di Orietta Berti, la cantante e opinionista del Grande Fratello VIP con il quale condivide la vita da oltre mezzo secolo. Si sposarono nel 1967 e da allora non si sono mai più separati. In una lunga intervista al settimanale Chi, la dolce metà della Berti ha raccontato del loro amore. "Una volta Mike Bongiorno mi chiamò "Il signor Berti", che importa? Non sono mica meno uomo se è lei la primadonna".

L'intervista a Osvaldo Paterlini

Osvaldo Paterlini ha raccontato al settimanale Chi di aver visto per la prima volta Orietta Berti mentre era fuori con alcuni amici in comune: "Mi ha colpito immediatamente, all'instante, oggi si direbbe colpo di fulmine. Però in un modo strano, leggevo questa timidezza in lei, io sono molto timido e anche lei lo è, però aveva questo sorriso e questi occhi che parlavano. Gli occhi di Orietta parlano, sono pieni di parole". L'uomo ha raccontato che la loro storia iniziò dopo essere stato a casa di Orietta Berti: "Mi invitò a casa dalla mamma e dalla nonna, il papà non ce l'aveva più. Da lì partì tutto". Inizialmente la coppia viveva con le rispettive mamme e la notte della Berti: "C'era un gineceo, mi dicevano "Ma come fai?", ma che fortuna invece". Osvaldo è sempre stato dietro le quinte nella vita lavorativa della moglie, Orietta Berti: "Lei è uguale sia fuori che sul palco. Il suo modo di fare è sempre quello di una persona, lei è così come la vede". I primi approcci con il successo non furono facili per lui:

Ammetto che le prime volte non conoscevo l'ambiente, mi metteva in imbarazzo stare lì in mezzo. Poi una volta Mike ha fatto una battuta, mi ha chiamato "il signor Berti", lui era molto gaffeur, ma ci marciava, sapeva quello che diceva, era intelligentissimo, ma lui per alzare l'auditel… Abbiamo fatto tante tournée in tutto il mondo con lui, non mi sono mai posto il problema, faccio il marito e lei è la donna che mi ha coinvolto e mi ha delegato tutto. L'Orietta, non avendo il padre, aveva bisogno di qualcuno che si occupasse di lei e allora io mi sono preso il ruolo di marito e anche un altro ruolo, quello paterno.

Orietta Berti e Osvaldo Paterlini (foto da Chi)
Orietta Berti e Osvaldo Paterlini (foto da Chi)

"Insieme 24 ore su 24 e non manca mai il dialogo"

Osvaldo Paterlini ha svelato che nonostante la perenne vicinanza con la moglie, non manca mai il dialogo tra loro:

È vero che per mantenere la voce non dice neanche una parole per giorni, e io capisco. Anzi, è meglio così. Mi piace stare da solo, nel silenzio, non sento la mancanza dei contatti, se non sono forzati bene, sennò meglio. Comunque, io e Orietta una vita insieme, sempre insieme, la gente si meraviglia, quando la seguivo si meravigliavano perché era strano vederci vivere insieme 24 ore su 24. Mi chiedevano "Ma c'è ancora dialogo?". Ma certo, noi siamo curiosi, abbiamo tante cose in comune, l'antiquariato, i viaggi in America, ci invitata Esther Williams.

Il 14 marzo festeggeranno l'anniversario di matrimonio, stavolta festeggeranno con i figli: "L'anno scorso abbiamo fatto i birbanti, abbiamo mangiato di tutto", le parole della Berti. Sulla gelosia, Osvaldo ha ammesso di non aver mai dubitato della moglie, non è stato lo stesso per lei: "Ho sempre avuto fiducia in lei, se fossi stato geloso non avrei potuto seguirla. Orietta è stata corteggiatissima. Lei è molto gelosa, non so se è gelosia o apprensione, a Orietta è arrivata la notizia del padre all'improvviso, c'è qualche trauma lì. C'è gelosia in lei mista a quella preoccupazione dovuta al dispiacere che ha avuto da ragazza, a 16-17 anni, quel ricordo è un graffio che è difficile da cancellare". L'uomo ha raccontato della moglie che quando si arrabbia "fa fuoco e fiamme", poi il giorno dopo ammette: "Hai ragione".

Certo che litiga, lei non è cattiva, non è rancorosa, ma se c'è da discutere con qualcuno, lei è una che si carica tantissimo. Viene da me, discute con me. Ed è una tempesta. Io sto zitto, aspetto, e poi riprendo il discorso il giorno dopo. È istintiva, al momento è fuoco e fiamme, poi il giorno dopo mi dice "Hai ragione?".

Omar, nato nel 1975,e  Otis, nato nel 1980, sono i figli di Osvaldo Paterlini e Orietta Berti. "I nonni sono stati molto presenti, poi quando sono venuti a mancare sono stato più presente io. Mi ricordo che tornavo alle quattro del mattino e un paio d'ore dopo ero in piedi per portare i ragazzi a scuola".

Osvaldo Paterlini e Orietta Berti con i figli Omar e Otis, la moglie di Otis e le nipoti Olivia e Ottavia (foto da Chi)
Osvaldo Paterlini e Orietta Berti con i figli Omar e Otis, la moglie di Otis e le nipoti Olivia e Ottavia (foto da Chi)

"Quando la guardo, è la stessa di 57 anni fa"

Il marito di Orietta Berti ha confessato di provare gli stessi sentimenti per la moglie conosciuta quasi 60 anni fa. "Non dico che mi dispiaccia o che mi dia fastidio quando dice in tv "Il mio Osvaldo", ma ogni tanto le dico "Ma lasciami fuori". Lei lo fa con amore, lo so, con il cuore, lo sento che vorrebbe che fossi lì. A parte che poi quando è via mi chiama 200 volte al giorno".

Osvaldo ha raccontato che "Quando la guardo è ancora la ragazza incontrata fra le bancarelle di Montecchio 57 anni fa, vedo ancora la sua timidezza, la sua verve che serve a celare proprio quella sua timidezza che è rimasta uguale". Nonostante sia maturata, si sia tolta di dosso le paure e le insicurezza, resta la sua bambina:

Forse è maturata, si è tolta di dosso qualche paura, qualche insicurezza. Lei è rimasta una bambina che ama le paillettes, i lustrini, i trucchi e le parrucche. Ed è la mia bambina. Ogni tanto qualcuno sentenzia: "Ma dì alla Orietta di stare un poco anche a casa". E io la vorrei anche a casa qui con me, però sarebbe come chiudere un uccellino in gabbia e io non metto il mio usignolo in gabbia.

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