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Michael J. Fox: “Ho il rimpianto di non aver fatto Ghost, ma nessuno era meglio di Patrick Swayze”

Dal 12 maggio la storia dell’attore in un documentario per Apple Tv, l’attore si racconta tra storie inedite e aggiornamenti sulla sua malattia: “Non mollerò mai, sarò bastardo fino in fondo. Non voglio raccontare la storia di uno sfigato triste e malato”.
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Michael J. Fox, basta la parola. L'attore racchiude tutte le cose più belle dell'immaginario di chi è nato negli anni '80. La diagnosi del Parkinson ha frenato una carriera che poteva ancora dire molto, ma non ha bloccato mai l'uomo. Il suo racconto arriverà il 12 maggio, per Apple Tv, in "Still. La storia di Michael J. Fox", diretto da Davis Guggenheim. A Il Venerdì di Repubblica, l'attore confessa: "Non mollerò mai, sarò bastardo fino in fondo. Non voglio raccontare la storia di uno sfigato triste e malato". L'aneddoto su Ghost, l'iconico film con Demi Moore e Patrick Swayze: "Un rimpianto? Aver detto di no al ruolo di Sam Wheat, in Ghost, che grazie al mio rifiuto andò a Patrick Swayze, nessuno avrebbe mai potuto farlo come lui. Non tutti i mali vengono per nuocere".

Le parole di Michael J. Fox

Michael J. Fox racconta di essere consapevole del fatto che negli anni Ottanta nessuno era come lui: "Avevo un sorriso sardonico da figlio di puttana e ho avuto un paio di ruoli abbastanza decenti". Poi spiega della diagnosi della sua malattia, a soli 29 anni, e dei film che aveva iniziato a girare mentre il tremolio alle mani si faceva sempre più evidente: "Cercavo rimedio, limitandomi a tenere qualsiasi oggetto con la mano dove non avevo tremolii". 

Negli anni Ottanta ero senz’altro uno degli attori più in voga e più conosciuti di Hollywood, grazie a un volto affabile, un sorriso sardonico da figlio di puttana, e un paio di ruoli abbastanza decenti (ride, ndr) che mi avevano portato nelle case e sugli schermi di tutt’America. Tutto andava a gonfie vele, quando sul set ho notato che mi tremavano le dita… Via a fare esami e prelievi, alla fine mi hanno diagnosticato il morbo di Parkinson, malattia che colpisce il cervello e provoca problemi come tremore e rigidità che non possono fare altro che peggiorare nel tempo. Come ho reagito? Avevo solo 29 anni e non essendoci alcuna cura, per sette anni ho cercato di convivere con questa malattia, soprattutto cercando rimedio ai miei problemi, per esempio limitandomi a tenere qualsiasi oggetto con la mano dove non avevo tremolii; e venendo seguito ovunque da Tracy, a cui devo tutto nella vita. Poi mi sono stancato di sotterfugi, di nascondere i lividi presi cadendo e sbattendo a destra e a sinistra, e da quel momento ho deciso di dedicare la mia vita a informare il pubblico sulla malattia, combattere i pregiudizi e raccogliere fondi per la ricerca di una cura tramite la Michael J. Fox Foundation.

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"Non isolatevi, non si muore di Parkinson"

L'intervista a Michael J. Fox si chiude con un appello per chi soffre di Parkinson: "Non isolatevi. Non si muore di Parkinson, ma con il Parkinson, perché una volta che ce l’hai è per tutta la vita, ecco perché stiamo lavorando per eliminarlo". 

Per condurre una vita dignitosa è necessario fare molto esercizio fisico, e nutrirsi bene. La cosa peggiore che potete fare a voi stessi è ignorare il fatto che siete malati, è importantissimo per la mente e il morale, non nascondetevi, e anche se non è facile, fatevi aiutare dalle persone che vogliono farlo».

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