Fabio Fazio: “Oggi la TV non è più niente. Non conosco nessuno sotto i 50 anni che resti a casa a vederla”

La nuova stagione televisiva di Che Tempo che Fa è ormai alle porte, dal 5 ottobre Fabio Fazio tornerà in prima visione sul Nove, dove è riuscito a traghettare gran parte del suo pubblico, confermandosi uno di quei conduttori in grado di creare un programma originale e in grado di fare la differenza. In una lunga intervista a 7, l'inserto del Corriere, da uomo di tv fa un'analisi di quello che è oggi il piccolo schermo, su cosa ha da offrire, disegnandone un quadro nient'affatto positivo.
Le considerazioni di Fabio Fazio sulla televisione
Qualche anno fa, si diceva che la televisione fosse un acquario, ma adesso nemmeno questa definizione convince Fabio Fazio: "Penso che non sia niente". Un commento disilluso, come di chi dopo 43 anni di lavoro in tv, abbia assistito ad uno dei cambiamenti più disastrosi, quello che comporta una perdita di significato da parte di chi i programmi le pensa e li fa, e a questo proposito dichiara:
Non conosco nessuno con meno di 50 anni che abbia detto: stasera sto a casa a vedere questo o quel programma. Quando hai finito di girare per i canali sei a letto e non hai visto niente. Il problema è che non si avverte l’esigenza di usare la televisione come un mezzo di racconto. La grande distinzione che c’è fra allora e oggi è che quando facevi una cosa doveva avere un senso. Oggi quel senso lì è completamente svanito. Non c’è un senso, perché un senso non è nemmeno richiesto
Uno dei motivi per cui, probabilmente, il suo programma continua ad avere successo è proprio l'artigianalità: "Ci saranno cose belle e brutte, ma sono il frutto della creatività e del lavoro di più persone che, partendo da un’idea, iniziano a costruire un programma". Un qualcosa che non esiste più perché, a suo avviso, adesso tutto risponde ad un criterio diverso, che non si sofferma più sulla necessità di lasciare qualcosa al pubblico, in termini di contenuti, ma ogni trasmissione è costruita sulla presunzione di saper fare. A questo proposito, poi, non manca un commento sul suo sfratto dalla Rai, dopo oltre 40 anni di carriera, ciò che più lo ha fatto dispiacere: "È un’assoluta acquiescenza nei confronti di un desiderio meschino. Togliere qualcuno di torno".