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Clarissa Burt ricorda Massimo Troisi: “Ci lasciammo perché insieme si sta in due, non in 200”

In un’intervista al Corriere della Sera, Clarissa Burt ricorda l’ex fidanzato Massimo Troisi, con il quale ha vissuto una storia d’amore intensa e affollata: “Ci lasciammo perché insieme si sta in due, non in 200. Nei tre anni in cui siamo stati insieme non l’ho mai visto giocare né a carte né a biliardo. Massimo si svegliava tardi, poi andava nello studio a scrivere progetti”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Clarissa Burt torna a parlare della sua storia d'amore con Massimo Troisi in occasione del lancio del documentario Il mio amico Massimo, di Alessandro Bencivenga, in arrivo al cinema dal 15 al 21 dicembre con Lucky Red. Questo sarà uno dei quattro documentari dedicati alla memoria dell'artista scomparso prematuramente nel giugno del 1994, a causa dei problemi di cuore che negli ultimi anni avevano iniziato a non dargli più tregua. Il 19 febbraio 2023 Troisi si appresta a compiere 70 anni ed è per questo che tanti colleghi del cinema si sono industriati per lavorare a documentari che potessero celebrarlo a dovere, primo tra questi Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone, scritto a quattro mani con Anna Pavignano, autrice e compagna di vita di Massimo.

"Era dolce, carino, affettuoso. Mi colpivano la sua gentilezza e la sua calma" ha raccontato Clarissa Burt al Corsera, "Ci conoscemmo nel 1988, a cena da amici, era inverno, io mi lamentavo per il riscaldamento ma avevo in casa un camino. Massimo il giorno dopo mi mandò un furgoncino pieno di legna con un bigliettino: per tenerti al caldo".Com'era Troisi tra le mura di casa? "Nei tre anni in cui siamo stati insieme non l’ho mai visto giocare né a carte né a biliardo. Massimo si svegliava tardi, poi andava nello studio a scrivere progetti. Erano usciti i computer e i primi rudimentali cellulari. Era affascinato dalla tecnologia. Se rivedeva mai i suoi film? No, mai. Facevamo vita di casa, gli habitué erano l’attore Massimo Bonetti e l’autore televisivo Giovanni Benincasa".

Sui problemi di cuore che Massimo Troisi aveva avuto sin da piccolo e via via aveva riscontrato nel corso della sua vita, in momenti più o meno preoccupanti: "Sapevo che c’era quel problema, prendeva medicinali in maniera disciplinata, poi giocava a calcio, era una cosa che sembrava si potesse gestire, nessuno pensava che se ne sarebbe andato così presto, nemmeno lui. Quando morì ero appena tornata in America. Ripresi l’aereo e andai al funerale. Ci ho messo dieci anni per vedere il suo ultimo film, "Il postino"".

Un rapporto prevalentemente casalingo, come i tanti avuti dall'artista napoletano, ricordato da molti come un inguaribile ‘pigro', anche se Clarissa Burt tiene a precisare che solevano dedicarsi alcune emozionanti uscite mondane, come "quando vinse lo scudetto il Napoli e andammo a festeggiare in barca con tutta la squadra, Maradona conosceva i film di Massimo". La rottura della storia dopo tre anni a causa della presenza di altre donne: "Ci lasciammo perché quando si sta insieme si sta in due e non in duecento. Ci lasciammo per questo. Mi è capitato anche con Francesco Nuti e non me lo spiego, dovete farvi qualche domanda voi uomini. Parlo di tutti gli uomini sulla faccia della Terra, non solo di quelli italiani".

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