Cesare Bocci, il Mimì Augello della tv: “Mi manca Montalbano”

La storia di Cesare Bocci è fatta di grandi momenti di passione. Una vita divisa tra teatro, cinema e televisione, sfide che l'attore ha sempre affrontato alla gagliarda e con grande stile. In una intervista rilasciata a Libero, per presentare "Il figlio", in scena al Teatro Parioli di Roma dal 25 gennaio, l'attore rivela: "In Italia c'è una tradizione teatrale che purtroppo stiamo perdendo perché i giovani non lo frequentano più".
Le parole di Cesare Bocci
Cesare Bocci ha già alle spalle una carriera incredibile. Esordì alla Compagnia della Rancia di Tolentino mettendo in scena le migliori pièce della commedia dell'arte, poi Silvio Soldini lo sceglie per L'aria serena dell'ovest. È il suo debutto al cinema. Nel 1999, arriva il ruolo che gli regala una popolarità assoluta: Mimì Augello ne Il commissario Montalbano. Una cavalcata lunga quasi venticinque anni. Su questo, Bocci riflette:
Mi manca molto il gruppo che avevamo creato. Mi mancano Alberto Sironi, Roberto Nobile, Marcellino Perracchio perché non ci sono più realmente. Con Luca Zingaretti ci vediamo, ma mi manca il periodo che passavamo giù perché era come una seconda casa. Vent’anni ci abbiamo passato lì…Ci sono stati pranzi meravigliosi e incontri in occasioni ufficiali con la Polizia di Stato, con la quale avevamo rapporto stretto. Saremmo stati ore a sentire Andrea con le sue pause teatrali, la sua voce calda con la quale ti portava nel suo mondo. Però va detto che le strade vuote della Sicilia che si vedono nella serie le ha inventate Alberto Sironi, il regista nato a Varese che ha saputo tradurre al meglio l’atmosfera camilleriana con scelte artistiche straordinarie che l’hanno reso uno dei migliori interpreti della sicilianità.
Viaggio nella grande bellezza tornerà
"Viaggio nella grande bellezza", il programma divulgativo da lui condotto per Canale 5, tornerà presto in tv: "La grande soddisfazione la provo incontrando persone in giro che mi parlano delle loro serate passata con i figli adolescenti guardando Viaggio nella grande bellezza. Abbiamo creato una formula. Non mi vedono come un professore ma come uno degli spettatori, quindi la distanza si riduce".