Ornella Muti: “Celentano? Mi ha lasciata lui. Montezemolo urlava in strada ‘ti amo’, poi scelse l’altra”

Ornella Muti ha raccontato il suo rapporto con l'amore, la sua giovinezza soprattutto, in una lunga intervista rilasciata nella comodità della sua cascina nel Monferrato al quotidiano Corriere della Sera. L'occasione è l'uscita della sua autobiografia in uscita il 14 ottobre per la Nave di Teseo.
La storia con Adriano Celentano
Ornella Muti racconta i dettagli della sua storia con Adriano Celentano. "Che fossimo stati insieme l'ha detto lui, senza chiedermi il permesso. Una violenza", premette l'attrice. Ma ora aggiunge quello che non aveva mai detto: "È stata una storia breve, ma d'amore. Non concepisco il sesso per il sesso. L'ho detto: ci casco sempre quando uno è divertente. E lui lo era, molto". Tradì suo marito Federico Facchinetti. "Una cosa orribile. Forse, ho tradito perché ero stata tradita, ma a volte, è una scusa che uno si dà". Poi con Celentano finì. "Io ci sarei anche rimasta. Ma è andata così ed è stato meglio".
Montezemolo che urlava "ti amo" in mezzo alla strada
Solo ora Ornella Muti racconta pubblicamente della sua prima storia d'amore, con Luca di Montezemolo. Non per scelta sua: "È uscito sui giornali, non so chi l'ha detto. Qualcuno, non io". La prima moglie di Montezemolo, Sandra Monteleoni, aveva rivelato di aver trovato una lettera d'amore di 40 anni prima.
Avevo 16 anni. Ho un ricordo di Luca meraviglioso, perché era pazzo, pazzo: correva in mezzo alla strada all'improvviso e mi urlava ‘Ti amo!'. Mi regalò una fedina. Era proprio divertente. A me piace molto ridere. Si vive una volta sola e stiamo sempre a piangere….
Perché finì? "Perché non sapevo che aveva un'altra fidanzata. Più altolocata. Scelse lei, Sandra. Poi, la sposò".
Gli schiaffi sul set a 14 anni
Il debutto nel cinema arriva per necessità economica. Quattordici anni, il padre morto d'improvviso davanti ai suoi occhi quando lei ne aveva undici, in casa servivano soldi. Per La moglie più bella pagavano un milione di lire. "Vado e non avevo la più vaga idea di cosa fare. Nella prima scena, dovevo correre e urlare ‘non morire, non morire'. Corro, urlo e il regista, Damiano Damiani, piomba su di me e mi gira la testa con un ceffone. Così almeno avrei pianto. Andavo sul set terrorizzata, perché non sapevo mai quando arrivava lo schiaffone. Un'altra volta, mi ha scudisciato le gambe con un frustino. Il medico vide i lividi e mi mise a riposo per quindici giorni. Disse: questa bambina è traumatizzata". Alle lamentele della madre, la produzione rispose secca: "Dovete ringraziare il cielo che la facciamo lavorare".