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Com’è morto Elvis Presley: le possibili cause e le teorie sulla scomparsa misteriosa del mito

Dalle ultime ore di vita ai funerali con 80mila persone, passando per gli anni difficili tra mix di medicinali e depressione. La leggenda di Elvis è fatta di tanti dettagli e storie laterali che viaggiano a cavallo tra realtà e mito.
A cura di Andrea Parrella
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Il 16 agosto 1977 moriva a Memphis quella che è stata, senza ombra di dubbio, la prima icona del mondo della musica americana e internazionale. Dopo una vita relativamente breve e una carriera folgorante si spegneva Elvis Presley, reduce da anni di vita complessi che, tra abuso di farmaci, depressione e sovrappeso, lo avevano letteralmente trasfigurato. Il 22 giugno è uscito il film di Buz Luhrmann "Elvis", interpretato da Austin Butler, che racconta l'epopea del re del rock, la cui sconfinata fama ha portato a interpretazioni, supposizioni e teorie sul mistero di una scomparsa che viene definita da molti ancora sospetta. Come accade per molti personaggi di larga fama, si sono alimentate nel corso degli anni storie sul decesso di Elvis che andavano a sostegno dell'ipotesi che il re del rock non sia realmente morto, ma che si sia trattato piuttosto di una messa in scena per permettergli di fuggire da una vita ormai impossibile da sostenere. I risultati dell'autopsia sul corpo di Elvis resteranno segreti fino al 2027, quando saranno trascorsi 60 anni dalla sua morte, fino a quel momento molti le ipotesi alternative sul decesso di Elvis continueranno a serpeggiare.

L'ultimo concerto di Elvis Presley

L'iconografia di Elvis è segnata da due immagini dell'artista, quella di un Elvis giovane e bello in modo folgorante, associato agli isterismi delle fan che lo attendono trepidante ai suoi concerti, quella imbolsito, in sovrappeso e col volto trasfigurato dagli effetti degli ultimi, complessi anni di vita. Elvis Presley non smise mai di fare concerti, cantò fino all'ultimo giorno della sua vita, impegnato a preparare il tour in cui si sarebbe dovuto esibire nella seconda metà di agosto del 1977. Un tour che non vide mai la luce, visto il decesso del 16 agosto. Tenne il suo ultimo concerto il 26 giugno 1977 al Market Square Arena di Indianapolis davanti a un pubblico composto da 18 000 persone, ma tra gli elementi autobiografici si ricorda anche l'ultima breve esibizione risalente al giorno prima del decesso, così come l'ultima canzone da lui cantata, il brano country Blue Eyes Crying in the Rain suonata al piano e in casa sua alle 4.30 del mattino, poche ore prima del decesso.

L'attore Austin Butler che interpreta Elvis nel film
L'attore Austin Butler che interpreta Elvis nel film

La morte a Graceland e la corsa al Baptist Memorial Hospital

Il peso dello stress e di ritmi di vita insostenibili lo portò, negli ultimi anni, ad alterare completamente le sue abitudini, facendo largo consumo di medicinali. Gli stimolanti e le anfetamine per riuscire a sopportare i ritmi della vita concertistica, i barbiturici e i tranquillanti per riuscire a dormire. Un mix che va sommato alle circostanze personali di Presley e la vicenda della separazione dalla moglie Priscilla nel 1973, cosa che porterà l'artista a soffrire di depressione nei suoi ultimi anni di vita. Queste le circostanze che portarono al decesso del 16 agosto 1977, avvenuto in casa sua. Alle 13.30 di quel giorno Elvis viene rinvenuto nella stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden, fu lei a dare l'allarme. Il cantante giaceva sul pavimento e un'ambulanza si recò immediatamente sul posto per trasportarlo al Baptist Memorial Hospital in una corsa disperata e sostanzialmente inutile, visti i tentativi di rianimazione messi in atto nel trasporto che non ebbero risultati. Alle 15 fu dichiarata la morte di Elvis Presley, ufficialmente dovuta a un "arresto cardiaco". L'artista aveva 42 anni.

Le possibili cause della morte e il mistero sull'autopsia

Sebbene la causa ufficiale del decesso di Elvis sia quella di un arresto cardiaco, molte teorie alternative hanno preso il largo. Tra le più chiacchierate quella di uno shock anafilattico, provocato da una parziale allergia alla codeina presente in dosi elevate nei farmaci contro il mal di denti che il cantante pare stesse assumendo in dosi massicce durante quei giorni. Altra strada quella di una possibile malattia autoimmune. Questa ipotesi è legata alle dichiarazione recenti di un famoso medico della California, Forest Tennant, che esaminò il rapporto mentre difendeva il medico di Elvis, il dottor George Nichopoulos, poi assolto per eccesso di prescrizione di farmaci. Per il dott. Tennant, uno dei principali indizi era nel deterioramento di tutto il corpo di Elvis, con quasi tutti gli organi afflitti da problemi di salute. Il cantante inciampò in un cavo televisivo e cadde nella vasca da bagno: "La ferita gli ha causato il distacco del tessuto cerebrale e la penetrazione nella sua circolazione sanguigna – il parere del medico – Il corpo ha identificato la materia come estranea e ha prodotto anticorpi per distruggerla, innescando l'ipogammaglobulinemia, un disturbo del sistema immunitario del corpo. A quel tempo, si sapeva poco sulle condizioni autoimmuni, ma in questi giorni è noto che questa malattia causa la maggior parte dei sintomi mostrati da Elvis, da dolore cronico, al comportamento irrazionale, l'obesità e gli organi ingrossati e malati come il cuore e le viscere". Un mistero, quello delle cause della morte, che resterà tale fino al 2027, quando verrano svelati i risultati di un'autopsia che fu proprio il padre di Elvis, Vernon, a chiedere di secretare.

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I funerali di Elvis Presley e il caso della foto nella bara

Le ore dopo la morte di Elvis dimostrarono la popolarità senza precedenti del personaggio. Davanti alla sua casa di Memphis erano appostati costantemente giornalisti e curiosi, così la notizia del decesso iniziò a circolare poco dopo l'effettivo avvenimento. In poche ore si radunarono all'esterno dell'abitazione migliaia di persone, tra il pomeriggio e la sera di quel giorno le cronache parlano di circa ottantamila persone radunate all'esterno della storia abitazione del cantante. Migliaia di oggetti, simboli in omaggio dell'artista, tonnellate di fiori per la cui spedizione furono organizzati due voli speciali da California e Colorado, questi e tanti altri i fatti curiosi che si verificarono per i funerali dell'artista, dove non mancarono atti di isterismo dovuti anche alla folla sterminata presente all'evento, che a dispetto di questa enorme popolarità fu di tipo privato, con la famiglia dell'artista che scelse di non condividere pubblicamente l'evento e per questo non furono realizzate foto. A parte una, scattata da un cugino di Presley che ritrae il volto del cantante nella bara, scattata su commissione del National Enquirer, uno dei giornali più aggressivi d'America al tempo, che pagò 18.000 dollari per quello scatto mettendolo in prima pagina il 7 settembre del 1977. Risultato: oltre 6,5 milioni di copie vendute.

La copertina dell'Enquirer con la foto esclusiva nella bara
La copertina dell'Enquirer con la foto esclusiva nella bara

Elvis Presley è ancora vivo: la speranza dei fan alimenta il mito

Le teorie del complotto sono parte integrante di un mito ed Elvis, che è stato il mito contemporaneo, ha conquistato la sua dose di ipotesi post mortem rispetto a una presunta sparizione "programmata" e nascosta dietro un finto decesso. La leggenda metropolitana vuole che il cantante abbia messo in atto una fuga definitiva dalla sua esistenza inscenando un decesso in realtà mai avvenuto. Negli anni la presenza di Elvis è stata segnalata in diversi luoghi attraverso vari avvistamenti. Tra le teorie più abusate e fantasiose, quella di una sparizione di Elvis funzionale all'inserimento forzato dell'artista in un programma posto in atto dal Federal Bureau of Investigation (FBI) e riguardante la "protezione dei testimoni".

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