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Come Pippo Baudo ha cambiato Sanremo, la decisione del 1994 che è diventata il suo marchio

L’impronta di Baudo sul Festival di Sanremo non sta solo nello stile, la perseveranza e le sue tredici edizioni, ma anche in un risvolto netto a partire dagli anni Novanta, che poi hanno ereditato la maggior parte dei suoi successori.
A cura di Andrea Parrella
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In queste ore di lutto per la sua scomparsa, sentiamo dire a più riprese che l'impatto di Pippo Baudo su Sanremo è stato determinante e che il Festival, dopo lui, non è stato più lo stesso. Al netto della partecipazione emotiva, la frase non è pronunciata a caso, perché Baudo non ha cambiato Sanremo solo con la perseveranza e con il presenzialismo, ma con un cambio di paradigma netto sull'organizzazione della kermesse.

L'esordio di Baudo a Sanremo nel '68

La sua prima edizione da conduttore risale al 1968, quando è alla conduzione della kermesse dopo l'anno tragico della morte di Luigi Tenco. Un esordio con cui non lascerà propriamente il segno. È a metà degli anni Ottanta, quando Baudo torna alla conduzione del Festival, che la manifestazione inizia a prendere una forma più incline al suo stile. Le tre edizioni del 1984, 1985 e 1987 riscuotono un successo enorme, tanto da portarlo a cedere alle tentazioni di Mediaset, commettendo un errore.

La svolta negli anni Novanta

Ma la triade degli anni Ottanta è ancora un laboratorio per Baudo, perché la svolta definitiva arriva nel decennio successivo. Dal '92 al '96 Baudo presenta per cinque volte consecutive la manifestazione e nel 1994 viene nominato per la prima volta anche direttore artistico, ricoprendo quindi il doppio ruolo e avendo pieno controllo sull'organizzazione del Festival di Sanremo. È un momento di svolta ed è proprio in questo principio che si riconosce la baudizzazione di Sanremo. In pochi, dopo quell'edizione, condurranno Sanremo senza averne la direzione artistica. In presenza di una separazione dei ruoli difficilmente arriveranno edizioni di successo.

Le parole di Carlo Conti a Fanpage sulla svolta di Baudo

La tradizione baudiana, in particolare, viene portata avanti da Carlo Conti, Claudio Baglioni e Amadeus che, avvicendandosi alla guida di Sanremo riportano l'evento verso un'età d'oro che Sanremo sta ancora vivendo. In un'intervista a Fanpage risalente a pochi mesi prima di tornare ufficialmente alla guida del Festival, Carlo Conti aveva sottolineato proprio il solco tracciato da Baudo, rimarcando l'importanza della direzione artistica: "Quello che conta a Sanremo è la direzione artistica, la scelta delle canzoni. La discografia va in una direzione, bisogna continuare il lavoro di questi anni, fare una scelta di canzoni larga che sappia accontentare sapori diversi, con un orecchio che metta insieme competenza, esperienza e modernità. Se ci pensiamo è quello che ha fatto Baudo per molti anni".

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