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Soluzioni prove Invalsi per gli esami di terza media: denunciati 3 giovani

La Polizia Postale individua e denuncia tre giovanissimi hacker informatici di Udine, Genova e Treviso. Motivo: hanno tentato di violare il sistema Invalsi che conteneva i quiz somministrati oggi agli studenti impegnati nell’esame per la licenza di terza media.
A cura di Redazione
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Le soluzioni della prova Invalsi di Italiano

Le soluzioni della prova Invalsi di Matematica

Qualche giorno fa avevano tentato di hackerare i computer della Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e formazione) che contenevano le prove e le soluzioni del quizzone, quelle che oggi interessano circa 600.000 ragazzi alle prese con l’esame di terza media. Oggi la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha identificato tre giovani pirati telematici denunciandoli all’Autorità Giudiziaria per accesso abusivo a sistema informatico e danneggiamento di informazioni dati e programmi informatici. L’operazione, condotta da personale del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la protezione delle Infrastrutture Critiche, ha permesso, spiega una nota della Polizia "di individuare i tre soggetti che si sono introdotti abusivamente nel sito web www.invalsi.it e che, con un gesto dimostrativo, hanno in un primo momento sostituito la pagina iniziale del sito con un’immagine pornografica e poi hanno tentato di acquisire i test relativi alla prova di esame per le classi di terza media".

Hacker sul sito Invalsi.it per scoprire le soluzioni del quizzone

L’intensa attività di indagine ha avuto inizio in seguito alla notizia di un attacco informatico al sito che lo ha reso lo stesso non consultabile a pochi giorni dagli esami di licenza media. I primi accertamenti hanno permesso di isolare gli indirizzi IP utilizzati per portare a termine l’evento criminoso e, grazie all’esecuzione delle perquisizioni eseguite, di individuare i responsabili e assicurare così il regolare svolgimento delle prove d’esame. I perquisiti, di cui due minorenni, residenti nelle provincie di Udine, Genova e Treviso risultavano essere esperti e abili hacker. Uno in particolare, “ULIXES”, rivendicava fin da subito la paternità dell’attacco apponendo la sua particolare firma sull’immagine sostituita. Gli investigatori, già sulle tracce del “condottiero”, hanno circoscritto le indagini attraverso accurate analisi tecniche che, confortate da metodologie investigative di tipo classico, hanno consentito di individuare non solo “ULIXES” ma anche gli altri soggetti. Nel corso delle attività di polizia sono stati sequestrati numerosi computer e altri dispositivi utilizzati per portare a compimento gli illeciti sopra elencati. Alle attività hanno preso parte anche i Compartimenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova e Trieste con il coinvolgimento delle Sezioni di Treviso e Udine.

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