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Pubblica un post sui social ma non riceve nessun like: Ruby si suicida a 15 anni

L’appello di Julie, mamma di Ruby Seal, che si è tolta la vita a 15 anni per non aver ricevuto like ad un post condiviso sui social network, da cui era ossessionata. “I social media sono stati una droga per mia figlia, per questo credo che questi strumenti vadano vietati dalle legge almeno fino ai 16 anni d’età”.
A cura di I. A.
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Ruby Seal, 15 anni (Facebook).
Ruby Seal, 15 anni (Facebook).

E' tornata a far discutere in Inghilterra la vicenda di Ruby Seal, morta suicida a soli 15 anni per non aver ricevuto nessun like ad un post condiviso online. La ragazza, di Cumbria, pare fosse dipendente dai social network, ed in particolare da Snapchat, ma nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata a compiere questo gesto, anche se la sua era diventata una vera e propria malattia, che aveva messo in allarme anche i suoi genitori. I fatti risalgono al 2017 ma la mamma della giovane, Julie, non si è arresa e ha ripreso a raccontare la sua storia per mettere in guardia altri adolescenti come la sua bambina. Così, dalle pagine del quotidiano inglese The Sun, ha deciso nei giorni scorsi di lanciare un appello: "I social media sono stati una droga per mia figlia – ha detto – per questo credo che questi strumenti vadano vietati dalle legge almeno fino ai 16 anni d'età".

La ragazza, stando al racconto della madre, aveva cominciato a usare i social da quando di anni ne aveva 13. Prima era dinamica, amava uscire con gli amici e fare palestra, ma poi qualcosa è cambiato e ha cominciato a rifiutare letteralmente il mondo reale. Tornata da scuola, trascorreva almeno 8 ore al giorno a postare foto e video online: "Si è isolata – ha continuato Julie -. Controllava continuamente il numero di like ed era in cerca di risposte da persone che non avrebbero mai potuto capirla né vederla". La mamma e il papà dell'adolescente, esasperati dal fatto che la figlia viveva chiusa nel suo mondo telematico, ossessionata dall'immagine che dava di sé in rete, avevano provato a disattivare il wi-fi, confiscando il suo telefono e leggendo i suoi messaggi, ma non è bastato. Poi, il dramma. Ha condiviso un post in cui ha scritto: "Potrei anche uccidermi domani mattina", a cui nessuno ha riposto. E' stata trovata senza vita dalle sorelline che condividevano con lei la stanza da letto. "Vorrei solo che qualcuno – ha concluso –  si assuma la responsabilità per quello che è successo, non so se il governo o gli stessi social".

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