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Per i medici non c’è nessuna urgenza: donna abortisce e muore di sepsi in poche ore

Secondo l’accusa, il ritardo con il quale la donna è stata trattata è stato fatale: poche ore dopo la 38enne ha perso il bimbo che portava in grembo e poi è morta a seguito di una sepsi lasciando orfani altri due figlioletti piccoli.
A cura di A. P.
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Era arrivata in ospedale lamentando forti dolori al basso ventre e vari malesseri e per questo era stata ricoverata prima in pronto soccorso e poi nel reparto di ginecologia e ostetricia in attesa di ulteriori analisi  ma, nonostante fosse incinta, per i medici non c'era alcuna urgenza nel suo caso e l'hanno lasciata nel letto senza una  ulteriore visita per ore fino a quando la donna non si è aggravata ed è morta. È la triste storia di una 38enne britannica originaria di Grays, nella contea dell'Essex, Reeta Saidha, il cui caso ora è al vaglio di una inchiesta penale per accertare i motivi del ritardo per le sue cure.

Secondo l'accusa, infatti, il ritardo con il quale la donna è stata trattata è stato fatale: poche ore dopo la 38enne ha perso il bimbo che portava in grembo e poi è morta a seguito di una sepsi lasciando orfani altri due figlioletti piccoli. Gli avvocati della famiglia di Reeta Saidha dicono che ci sono state delle mancanze nelle sue cure, tra cui una scarsa comunicazione del personale e la mancata rimozione della fonte dell'infezione. Secondo l'inchiesta in effetti la donna non fu trattata come urgente dopo un passaggio di consegne dei medici per un cambio turno perché le informazioni riferite non furono  abbastanza approfondite. Saidha era entrata nell'ospedale di Basildon il 19 dicembre, le era stata diagnosticata una sepsi il 21 dicembre alle 13 ma fino alle 23 nessuno l'ha più visitata

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