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Indonesia, la strage dei cani randagi continua tra le strade di Bali

L’Isola di Bali è un paradiso per i turisti, non per i cani. La campagna di avvelenamento di massa dei quattrozampe per combattere la rabbia va avanti e sempre più carcasse di animali si accumulano tra le strade di Bali.
A cura di B. C.
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Essere un cane non è facile da qualche tempo in Indonesia. Le autorità locali stanno portando avanti un’eliminazione di massa di quattrozampe nell’ambito di una campagna anti-rabbia. Come si vede nelle foto pubblicate dall’associazione animalista BAWA, per le strade di Bali la situazione è drammatica: un’immagine mostra una pila di cani lasciati morire uno sopra l'altro in un fossato a lato di una strada. Ma nonostante le proteste, Putu Sumatra, capo del Dipartimento di Zootecnia di Bali, non vede motivo per bloccare la campagna di sterminio: “I cani abbattuti sono stati contrabbandati illegalmente. Quando ciò accade, cerchiamo di trovare i proprietari per restituirli, e assicurarsi che siano vaccinati. Ma se non hanno proprietari, dobbiamo abbatterli – ha detto Sumantra -. Un problema persistente richiede un’azione decisa”.

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La decisione di fare partire la campagna anti-rabbia è cominciata in seguito ad un'epidemia sull'isola nel 2008. Il Bali Animal Welfare Association aveva denunciato all’epoca il governo dell’ avvelenamento di massa di circa 150.000 cani. L'organizzazione ammette comunque che negli ultimi anni lo stesso esecutivo si è orientato verso la sterilizzazione e la vaccinazione. Solo che ultimamente le uccisioni sarebbero nuovamente aumentate (12 persone morte dall'inizio dell'anno per rabbia). I Made Mangku Pastika, governatore di Bali, ha recentemente incoraggiato le autorità a “eliminare” tutti i cani randagi sostenendo che il governo era “stanco di effettuare vaccinazioni” e che la priorità del paese è la tutela dei turisti e del turismo.

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