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Siria: revocato lo stato d’emergenza dopo 48 anni, ma le violenze continuano

Ma nonostante i proclami del palazzo, le forze di sicurezza hanno aperto nuovamente il fuoco sui manifestanti a Homs, dove domenica sono stati uccisi 17 persone.
A cura di Biagio Chiariello
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La Siria ha approvato ieri un bozza di legge per la revoca del severo stato di emergenza in vigore da 48 anni. Una svolta epocale per il governo di Damasco, guidato di Bashar al-Assad, che ha inoltre annunciato l'abolizione della Corte di sicurezza dello Stato e un progetto di legge che disciplinerà il diritto a manifestare. Una norma che "regola il diritto dei cittadini a manifestare pacificamente, le autorizzazioni e i meccanismi di protezione dei manifestanti", come dichiara la Tv di Stato. La legge d'emergenza, invece, di fatto limita pesantemente le libertà del cittadino, autorizzando inoltre il fermo di qualunque individuo “sospetto o che minacci la sicurezza” del Paese.

Ma nonostante i proclami del palazzo, le forze di sicurezza hanno aperto nuovamente il fuoco sui manifestanti a Homs, la terza città della Siria, dove più di 5.000 manifestanti anti-governativi hanno occupato la piazza nella notte di lunedì, emulando i manifestanti al Cairo e Bahrain e giurando di rimanere finche le loro richieste di cambiamento non sarebbero state esaudite. Il centro della città, a nord di Damasco, era descritto come una città fantasma, con negozi, mercati e scuole chiuse. A Homs, 700.000 abitanti sono stati uccisi 17 dimostranti nella notte di domenica.

La legge di emergenza richiede la firma di Assad, ma ciò dovrebbe essere una formalità. "Penso che questo sarà fatto nei prossimi giorni pochi", ha detto al Guardian Razan Zeitouneh, un avvocato a Damasco. La abrogazione della legge di emergenza è stato "un passo nella giusta direzione" ma è "solo una parte di un più ampio pacchetto di riforme necessarie – ha proseguito il legale -. Le autorità siriane devono fare di più per garantire al popolo siriano la consapevolezza di un reale progresso politico. " I manifestanti sono convinti che le mosse del governo non saranno sufficienti. . "Se tutto fosse stato fatto prima, avremo visto la differenza",dice un attivista a Damasco. "Ma ora conosciamo il il regime per quello che è." Haitham Maleh, un ex giudice, ha dichiarato: "Questo annuncio sono solo chiacchiere. Le proteste non si fermeranno fino a quando tutte le richieste non saranno soddisfatte o il regime non ci sarà più.."

Ieri, il ministero degli Interni siriano aveva dichiarato di voler usare il pugno di ferro per sedere "la rivolta armata", istigata da "gruppi salafiti" (movimento che ci riporta all'uccisione di Vittorio Arrigoni). E' stato riferito che una figura dell'opposizione di primo piano a Homs, Mahmoud Issa, è stato prelevato dalla sua casa intorno a mezzanotte da parte dei membri della temuto divisione della sicurezza politica. Il governo siriano ha spesso invocato la minaccia dell'islamismo per giustificare la sua politica intransigente sul dissenso interno.

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