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Siria, ora il regime di Assad accusa i ribelli: “Loro usano armi proibite”

Dopo la denuncia degli attivisti siriani nei confronti del presidente Bashar al Assad, ora è il regime a puntare il dito contro i ribelli per l’uso di gas letali nel conflitto.
A cura di Biagio Chiariello
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Armi chimiche nel conflitto siriano. Ora le accuse sono reciproche. Dopo le accuse dei ribelli nei confronti dei lealisti di Bashar Al-Assad stavolta è il regime siriano che punta il dietro contro le milizie ribelli che avrebbero utilizzato delle gas letali nel corso dei combattimenti a Jobar, un quartiere di Damasco, affermando che vi sono stati diversi casi di “asfissia” fra i militari che sono penetrati nella zona. A dirlo alla tv di Stato è una fonte vicina all'esercito del presidente che ha aggiunto che le truppe si stavano preparando ad assaltare il sobborgo dove si ritiene che i ribelli abbiano il loro quartier generale, secondo quanto scrive la Reuters. L’accusa coincide con l’arrivo nel paese dell’Alta rappresentante per il disarmo delle Nazioni Unite, Angela Kane, il cui obiettivo è ottenere l'autorizzazione, da parte delle autorità, alle indagini indipendenti per stabilire se sono state utilizzate o meno armi proibite nel paese. C'è da dire che qualche giorno fa gli attivisti siriani hanno accusano le forze del presidente Bashar al Assaddi di aver compiuto una strage usando, per l'appunto, armi chimiche nel pesante bombardamento nelle aree vicine a Damasco sotto controllo dei ribelli. La Coalizione nazionale delle opposizioni siriane in esilio parla di 1.300 vittime. La denuncia tuttavia non è stata verificata in maniera indipendente, lo stesso dicasi per l'accusa odierna nei confronti degli stessi ribelli.

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