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Sindacati sul piede di guerra per la manovra da 24 miliardi di Monti

Soltanto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si dice favorevole alle manovra economica da 24 miliardi in esame al Consiglio dei ministri convocato stasera dal presidente Mario Monti. Sindacati uniti contro le misure che colpiscono pensioni e lavoro dipendente.
A cura di Alessio Viscardi
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sindacati sul piede di guerra

Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha presentato alle parti sociali la manovra da 24 miliardi. Si tratta del quarto intervento fiscale a partire dalla crisi del debito dell'estate scorsa, il nuovo Primo Ministro ha ribadito le parole chiave che ispirano il provvedimento: “rigore, equità e sviluppo”. Su Twitter, il sindaco di Bari – Michele Emiliano – ha confermato che il ministro Giarda ha stimano in 5 miliardi i tagli per Regioni e Enti locali. Tutti i sindacati contestano aspramente le nuove misure, che colpiscono con maggiore violenza i lavoratori pubblici e chi ha sempre pagato le tasse.

Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si è detta favorevole alla manovra “pesante, ma necessaria”: “Non abbiano scelta questa manovra la dobbiamo fare”. Decisamente contrari tutti i sindacati, a partire dalla Cgil – che per bocca del segretario Susanna Camusso prende posizione: “un durissimo colpo ai redditi dei pensionati. Un allungamento insostenibile per tanti lavoratori e lavoratrici che si troverebbe sconvolte le prospettive di pensione e molto incrementati gli anni di lavoro”.

Decisamente sfavorevole anche il segretario generale della Cisl Bonanni, secondo cui l'indirizzo della manovra è sbagliato perché non contempla la patrimoniale. L'aumento dell'età pensionabile avrà un “effetto devastante”: “La manovra grava solo su lavoratori e pensionati. Occorrono invece risposte immediate ma ben ponderate. Siamo d'accordo a epurare l'Irap, ma la stessa attenzione serve sul sostegno ai consumi”.

Contraria anche la Uil, il segretario Luigi Angeletti si è detto contrario alle misure prese sulla materia delle pensioni: “Non si può chiedere ai lavoratori di continuare a lavorare senza avere alcun vantaggio dal versamento dei contributi. Bisogna poi separare finalmente la previdenza dall'assistenza, altrimenti ci sono conseguenza ingiuste”.

Al centro della manovra il pareggio di bilancio per il 2013: “Siamo di fronte a una alternativa tra la situazione attuale, con i sacrifici richiesti e una situazione di uno Stato insolvente, di un euro distrutto magari per infamia dell'Italia” ha ammonito il presidente Monti, rimandando al consiglio dei Ministri di stasera il varo delle misure economiche. Bilancio pubblico, previdenza e sviluppo, i temi su cui si concentrano i provvedimenti.

Gli interventi sul mercato del lavoro non sono contemplati nel testo attuale, ma saranno approvati successivamente: “Il settore dove serve maggiore concertazione è quello del mercato del lavoro, meno sulla previdenza e sulle politiche economiche” ha tenuto a sottolineare il presidente del Consiglio. Lotta all'evasione fiscale e uno sfogo alla pressione sulle tasse per le imprese saranno punti nodali del testo in esame questa sera.

Sul tema delle pensioni, verrà esteso il metodo contributivo pro rata. Secondo indiscrezioni, il ministro del Welfare Elsa Fornero vorrebbe abolire le finestre di uscita per le pensioni, introducendo le fasce di flessibilità per chi volesse uscire dal mercato del lavoro in anticipo ma con assegni mensili di minore entità. Le pensioni di anzianità si raggiungeranno all'età di 42 anni per gli uomini e 41 per le donne.

Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, annuncia una defiscalizzazione dell'Irap per il costo del lavoro, oltre a misure di supporto alle banche per il sostegno delle Piccoli e medie imprese italiane. Si cerca di favorire gli imprenditori che investono capitale nella propria impresa, oltre che puntare su risparmio energetico e un nuovo Ice.

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