528 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Sesso con me 4 volte al mese”. Ma poi arriva la smentita della segretaria

L’assessore alla cultura della Regione Abruzzo avrebbe stipulato un vero e proprio contratto di natura sessuale con la sua segretaria, una ragazza di 32 anni madre di una bambina. La donna era tenuta a fare sesso con il politico 4 volte al mese. Ma l’avvocato della donna smentisce tutto.
A cura di Davide Falcioni
528 CONDIVISIONI
Immagine

UPDATE – La smentita della segretaria: "Mai firmato quel contratto" – "Sottoposta a vilipendio" dalla diffusione della notizia contenuta in un articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica e rimbalzata su varie testate, in base alla quale, l'Autorità Giudiziaria "avrebbe rinvenuto ‘un contratto', in forma scritta e sottoscritta, afferente accordi tra gli indagati per prestazioni sessuali e impegnati corrispettivi", il difensore di Lucia Zingariello, la segretaria di De Fanis, avv. Umberto Del Re, in serata ha inviato una rettifica e smentita. In particolare, scrive Del Re, "nel fascicolo dell'indagine (perlomeno nella parte sinora formata e posta a conoscenza della difesa), possiamo senza tema di smentita affermare – si legge – che alcun contratto in forma scritta è stato rinvenuto nel corso dell'indagine e tantomeno acquisito". "Le predette risultanze – prosegue la difesa di Zingariello – sono state ulteriormente confortate dall'aggiuntiva recente smentita d'esistenza dell'Ill.mo Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Giuseppe Bellelli, che ha correttamente e pubblicamente inteso smentire l'esistenza di un tale documento negli atti d'indagine al proprio esame".

Luigi De Fanis, assessore regionale alla cultura della Regione Abruzzo, avrebbe stipulato un contratto con la sua segretaria nel quale il politico – di 53 anni – mette nero su bianco la richiesta di sesso. La donna, per poter lavorare nel suo staff, doveva "stare insieme" all'assessore non meno di 4 volte al mese. Ciò avrebbe garantito alla 32enne un incarico nella segreteria particolare del politico a 1.200 euro mensili. Il contratto era custodito in casa della giovane donna, ed a ascoprirlo sono stati gli agenti di polizia giudiziaria della Procura di Pescara, che erano entrati in casa della segretaria per effettuare una perquisizione. Lì hanno trovato il curioso accordo, strappato in mille pezzi. Nei confronti della 32enne dovevano notificare un ordine di arresto, con l'accusa di essere complice dell'assessore nel chiedere tangenti ai piccoli operatori culturali.

Quando il contratto è stato "riassemblato" gli inquirenti hanno fatto la curiosa scoperta. Un vero proprio accordo, con tanto di firma delle due parti, nel quale la segretaria si impegnava a garantire prestazioni sessuali in cambio del lavoro. A confessarlo, messa alle strette durante un interrogatorio, è stata lei stessa: L'assessore era ossessionato da me… – ha messo a verbale – mi ha costretto a firmarlo. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura…". E ancora: "Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come "quella lì" e io non ha fatto nulla: però non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo…" ha detto al pubblico ministero. "Io avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma, in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perché mia madre stava male. È stato De Fanis a propormi di fare la sua segretaria. Mi misi in aspettativa e accettai il lavoro perché avrei potuto gestire meglio i miei problemi perché dovevo lavorare per 3 giorni. De Fanis mi propose il lavoro, anche se non ho mai partecipato alle sue campagne elettorali, anzi io ho la tessera del Pd… ".

La giovane donna ha ammesso di essere stata costretta ad onorare quel contratto. In un'intercettazione telefonica De Fanis chiedeva alla segretaria di "andare a timbrare poi farsi bella, poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr'ore… Chi ti conta la jurnata… capit?". La segretaria ha spiegato: "In Regione è una consuetudine timbrare e uscire per faccende personali. Quando sono entrata lì nell'ottobre 2012 in molti facevano così. Io partecipavo a missioni, a riunioni esterne. Una volta sola sono andata dall'estetista. Anche i miei colleghi si comportavano così e non credevo di fare nulla di male… Ora la mia vita è un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L'impatto dell'arresto sulla mia vita è stato devastante, perché sono mamma di una bambina piccola".

528 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views